L’ABRUZZO PER IL PERDONO D’ASSISI

Ogni anno, il primo agosto, l’Abruzzo è pellegrino in Assisi, per l’indulgenza della Porziuncola, istituita nel 1216. Voluta da S. Francesco e approvata dal Papa, è nata dal desiderio del Santo di portare tutti in Paradiso. L’indulgenza è legata non solo alla Porziuncola, il luogo più caro a S. Francesco, ma a tutte le chiese francescane e parrocchiali.

Quest’anno, per concludere gli 800 anni dell’indulgenza, a coronamento dell’Anno Santo della Misericordia, è intervenuto, il 2 agosto, il Segretario di Stato, Card. Pietro Parolin. La festa di S. Maria degli Angeli è stata preceduta da un Triduo, con la presenza del Ministro Generale di una delle tre famiglie del Primo Ordine. Due celebrazioni sono state affidate all’Arcivescovo di Assisi-Nocera Umbra- Gualdo Tadino, Mons. Domenico Sorrentino, promotore del Santuario della Spogliazione, presso l’antica Cattedrale di S. Maria Maggiore in Assisi, dove S. Francesco rinunciò agli averi davanti a Pietro di Bernardone.

Badiamo bene che Francesco non si spogliò totalmente degli abiti, per suscitare la curiosità e la meraviglia degli assisani, come avrebbe fatto oggi qualcuno per provocare l’intervento dei social, ma compì il segno della spogliazione, togliendosi un mantello o un altro indumento, per indicare la rinuncia all’eredità paterna. Ma a noi piace immaginare la spogliazione totale, anche perché così ci ha abituati una certa cinematografia degli anni della contestazione, ottimamente realizzata (su questo non c’è dubbio), quando, per mettere in un cantuccio il voto di obbedienza, si esaltava a dismisura la povertà, senza considerare il rischio della degenerazione in pauperismo.

L’Abruzzo da diversi anni organizza il pellegrinaggio a S. Maria degli Angeli, soprattutto per interessamento di P. Guglielmo Alimonti, del convento- parrocchia della Madonna dei Sette Dolori in Pescara Colli e dell’OFS che fa riferimento alla medesima. La penitenziale è stata presieduta da P. Franco Rapacchiale, Ministro Provinciale dei Minori Conventuali, accompagnato da P. Antonio Di Francesco, missionario in Corea, in festa per i 50 anni di sacerdozio.

La S. Messa, alle 15,30, in orario un po’ insolito, per consentire altre celebrazioni nel corso del pomeriggio, è stata presieduta da P. Luigi Recchia, nuovo Ministro della Provincia di S. Bonaventura comprendente Abruzzo e Lazio, con sede a Roma. Hanno concelebrato, P. Franco Rapacchiale per i Conventuali e P. Franco Nanni, in rappresentanza del Ministro Provinciale dei Cappuccini, P. Nicola Galasso, assente per la malattia del suo papà. Tra gli altri concelebranti P. Alfonso Di Francesco, sacerdote novello dei Minori Conventuali d’Abruzzo e Molise, della comunità di S. Maria dei Lumi a Civitella e assistente regionale dell’OFS, P. Carlo Serri, ex- Ministro Provinciale dei Minori per l’Abruzzo e, ovviamente, P. Guglielmo.

Lungo le navate e le cappelle laterali erano presenti tanti sacerdoti, soprattutto francescani, per il Sacramento della Riconciliazione. Tra questi il presbitero novello, P. Rosario Vaccaro, della serafica provincia umbra che abbraccia tutta la regione di S. Francesco, la custodia dipendente della Sardegna, una comunità a Nizza e un’altra a Roma. Nel transetto sinistro, la restaurata statua lignea, con base in finto marmo, di S. Antonio di Padova (XVII sec.), il testimone della fede che ha accentuato l’indole apostolica del carisma francescano.

Nell’omelia è stato sottolineato il significato della comunione e del perdono. E’ stata celebrata la solennità di S. Maria degli Angeli, dove si parla della Madre del Bell’Amore, locuzione del Primo Testamento applicato alla Regina degli Angeli. Nella seconda lettura, il testo dove S. Paolo accenna indirettamente a Maria Santissima. Mentre nel Vangelo di Luca, è presente a tutto tondo la Madonna. Per questo l’evangelista è detto il pittore della Madonna. S. Luca può essere definito in tanti modi, perché molto ricco è il suo Vangelo, ma l’evangelista della Madonna ce lo restituisce più teneramente, consapevoli che Maria è porta del Cielo e via verso il Signore.

Nella Basilica di S. Maria degli Angeli, si conserva pure un’icona, attribuita a S. Luca, come quella, più famosa dell’Impruneta. Sappiamo benissimo che non si tratta dell’evangelista, ma lo vogliamo credere per la tradizione. L’icona, proveniente da Rodi, sottolinea la comunione tra la Chiese d’Occidente e Oriente. Giunse in Assisi, nel 1948, grazie ai francescani presenti nell’isola greca.

All’offertorio sono stati portati all’altare, con il pane e il vino, i frutti della terra d’Abruzzo e del lavoro degli abruzzesi, la pasta di Fara S. Martino (quattro pastifici, nati a partire dal 1886), l’olio, i bocconotti di Castel Frentano e le pizzelle. Sono stati disposti sotto l’altar maggiore.

Il caldo ha certamente infastidito leggermente i pellegrini, ma dobbiamo lodare il Signore con qualsiasi tempo, avrebbe detto Francesco. Un pellegrinaggio annuale “ad corpus Beati Francisci”, ma anche ad un Santuario mariano, perché nell’Anno Mariano 1987-88, S. Maria degli Angeli fu scelta per rappresentare l’Umbria, all’indomani dell’incontro interreligioso, voluto da S. Giovanni Paolo II, continuato da Benedetto XVI e portato avanti con entusiasmo da Papa Francesco.

SANTINO VERNA