IL GRANDE BENEFATTORE DELLA NOSTRA CITTA'

RECITAL PER I 70 ANNI DELL’ORFANOTROFIO FEMMINILE
“DOMENICO RICCICONTI”

L'Orfanotrofio femminile “Domenico Ricciconti”, l'amministrazione dell’Asp n. 2 della Provincia di Teramo, in cui oggi l'ente morale è confluito, rende omaggio al benefattore Domenico Ricciconti ed alla storia dell'istituto, con una serie di iniziative, tra cui la pubblicazione di un testo sulla vita e l'opera del politico atriano, una mostra fotografica che ripercorre la storia dell'orfanotrofio e, da ultimo, lo spettacolo “Voglia di Correre”, tratto dal romanzo di Elio Forcella che si tiene proprio nello storico Palazzo della famiglia Ricciconti, divenuto poi orfanotrofio ed oggi sede legale dell'Azienda e Centro per la Famiglia. “Un nuovo spazio sociale e culturale per la città – dice il presidente della Asp, l’avvocato Roberto Prosperi - L’impegno dell’amministrazione è che le varie occasioni commemorative siano il punto di partenza per un serio dibattito ed un vero approfondimento, ormai necessari dopo quasi tre quarti di secolo, sul senso, sulla storia e sul valore della fondazione, nonché sulla vita e sull'opera del suo benefattore e ideatore: Domenico Ricciconti".

Il recital, che si terrà sulla Terrazza dello storico palazzo Ricciconti, in via Baiocchi, nel cuore del centro storico di Atri con inizio alle ore 21 e con ingresso gratuito, racconta la storia di Mario che descrive con ironia gli episodi più significativi della sua vita, un prezioso affresco dell’Italia rurale che parte dalla seconda metà degli anni Cinquanta e termina alle soglie della contemporaneità e del disincanto. In questo diario le immagini si susseguono velocemente, il racconto in prima persona e l’utilizzo di forme dialettali abruzzesi donano tangibilità a situazioni e volti. I ricordi iniziali riguardano i legami più profondi con i familiari. Un’immagine su tutte quella del papà, costretto a vivere lontano da casa per lavorare in miniera. Poi ci sono i giochi con gli altri bambini, le corse a perdifiato per le strade o lungo il percorso della ferrovia. Le pagine volano e la narrazione lascia il posto agli abitanti del paese e alle loro bizzarrie. Mastro Vincé, Tabù, Toro Seduto, Peppenucce, solo per citarne alcuni, movimentano la fantasia di Mario che li ammanta di un’aura quasi mitica. Quando l’infanzia sfuma, il mondo degli adulti cambia assetto e la visione di Mario si fa più chiara. Arriva la politica e cominciano le prime riunioni alla sede del partito. Mario ci va scortato dalla sua cagnolina Bellaciao, che un giorno si lancia in una corsa folle verso i campi, sfidando un molosso legato in un’aia. “Troppe volte noi uomini siamo simili a lui, ognuno con la propria catena al collo” viene da  pensare a Mario. Nonostante le ambivalenze che lo circondano, Mario è pronto a lottare per costruire un mondo nuovo e lo fa con tutta la rabbia e la passione di un giovane idealista. Anche se non riuscirà a raggiungere l’obiettivo che si era prefissato, farà confluire le esperienze di quel periodo in una consapevolezza: quella di aver compreso se stesso e il vento che guida le sue scelte. La memoria viene scandita da una colonna sonora d’eccezione, che va da Bob Dylan a Lucio Dalla, dai Doors a Fabrizio De André.