Pubblicato Martedì, 18 Luglio 2017
Scritto da Santino Verna

PRESENTI GRUPPI ABRUZZESI

XXVI CONVEGNO NAZIONALE ARALDINI AD ASSISI

Dal 12 al 16 luglio scorso si è tenuto in Assisi, il XXVI convegno nazionale degli Araldini, i bambini dai 6 ai 13 anni, inseriti nel cammino francescano, prima di accedere alla Gi.fra (Gioventù Francescana) e quindi all’OFS (Ordine Francescano Secolare). L’Araldinato è interobbedienziale, comprende pertanto le tre famiglie del Primo Ordine di S. Francesco: Minori Conventuali, Minori Cappuccini e Minori “simpliciter dicti”. Si aggiunge pure il Terz’Ordine Regolare.

L’Abruzzo era presente con i gruppi di Silvi, Città S. Angelo, Pescara- Brecciarola, Penne e Ortona, con i dinamici animatori che nel corso dell’anno svolgono questo prezioso servizio educativo e catechetico a lode del Signore, sui passi di S. Francesco. Gli incontri cominciano con la festa di S. Francesco, e si concludono con quella di S. Antonio, coprendo tutto l’anno scolastico e catechistico, e avendo per estremi le due gioiose coincidenze. La conclusione fissata al 13 giugno è stata particolare per il gruppo di S. Antonio a Pescara, perché a Tagliacozzo, sulle orme del Beato Tommaso da Celano, biografo di S. Francesco, si è tenuto il campo prima della promessa, compiuta nei Primi Vespri della Solennità di S. Antonio di Padova, con la S. Messa celebrata dal Parroco P. Nicola Petrone, storico del francescanesimo.

Il convegno è nazionale, ma sono rappresentate soprattutto le regioni dell’Italia Centrale, Meridionale e Insulare, perché il Settentrione, dove è penetrato maggiormente lo spirito del Concilio di Trento, organizza in estate il Gr.est (gruppo estivo), a cura delle parrocchie, attraverso l’oratorio e il patronato. Sono la stessa cosa, ma il primo è una dicitura del Nord-Ovest, la seconda del Triveneto, secondo una divisione convenzionale che sottolinea le due aree settentrionali, la prima con lo sviluppo industriale connesso all’unità d’Italia, la seconda, ritardataria in questo processo, con vibranti tradizioni religiose e Padova ne è la più colorata imago brevis.

Tema del convegno “Cuore su cuore, pietra su pietra”, e si è parlato di famiglia. Il giovedì si è affrontato l’argomento dell’adozione, con una famiglia sarda alle prese con una nuova presenza da accogliere, il sabato quello della separazione e del divorzio, con una famiglia laziale che ha parlato pure di riconoscimento della nullità.

I quasi 600 bambini hanno potuto visitare la città del Santo Poverello, con la tappa obbligata alla Porziuncola, il luogo più caro a S. Francesco. L’ospitalità a Rivotorto ha dato la possibilità di sostare velocemente più volte, con i pullmann, davanti al Santuario del Sacro Tugurio, meno famoso della Basilica di S. Maria degli Angeli, ma sempre fondamentale nella storia francescana.

Nella parte alta di Assisi, priva dei molti turisti dell’anno scorso, per la cultivation theory del sisma (Assisi nell’ultimo sisma è stata toccata solo marginalmente), i bambini hanno vissuto le drammatizzazioni di Francesco e Chiara, grazie ai valorosi animatori. Il bel tempo ha contribuito non poco alla riuscita degli eventi. I bambini hanno potuto visitare la Basilica di S. Chiara, con la preghiera davanti al Crocifisso di S. Damiano e la Chiesa di S. Maria sopra Minerva, nella piazza del Comune. Di Francesco è stato rappresentato il rapporto con il papà, Pietro di Bernardone, davanti al quale, nella Piazza del Vescovado, rinunciò agli averi. Senza sminuire il sacro valore della famiglia e la gratitudine ai genitori, ai nonni e ai parenti, Francesco dichiarò di avere un solo Padre, il Padre che sta nei Cieli.

Di Chiara, simmetricamente, è stato drammatizzato il rapporto della vocazione, e della difficoltà della famiglia ad accettare la scelta, nuova per l’epoca, di consacrarsi al Signore non per fuggire i pericoli del mondo, come poteva essere il monachesimo femminile di stampo benedettino, ma per incontrare lo Sposo Celeste. Sul fianco sinistro della Basilica, come artista di strada, un’arpista ha offerto un meraviglioso sottofondo. Ha risvegliato in diversi il ricordo dei vecchi “Intervalli”, quando la RAI proponeva la cultura ed evitava le parole scurrili e triviali. E non era casuale in quell’angolo di Assisi, perché per volere di Pio XII, alla vigilia della sua nascita al Cielo, S. Chiara è patrona della televisione, perché potette assistere, inchiodata al letto, miracolosamente alle esequie di S. Francesco. Secondo la narrazione, la Pianticella d’Assisi vide proiettato sul muro della cella, con tanto di sonoro, la celebrazione liturgica dell’addio a Francesco, sinonimo dell’arrivederci in Paradiso. Forse non vide quell’evento in realtà, ma seppe descrivere nei minimi dettagli la celebrazione, visibile in pittura, in Basilica Superiore.

Una giornata, venerdì, è stata dedicata allo svago e questa volta la scelta è caduta su Scheggino, in Valnerina. Nei pressi del parco c’è la casa del Card. Fausto Poli, collaboratore di Urbano VIII, il cui nome dice ben poco, ma importante perché si impegnò tantissimo per la beatificazione di S. Rita da Cascia.

Commovente il gesto di solidarietà con i terremotati. Gli Araldini d’Italia hanno voluto lasciare simbolici doni come giocattoli di cartone ai bambini delle Marche, accompagnati dalle fraternità locali. Toccante la testimonianza di francescani secolari di Camerino, la città universitaria dove il recente inverno è stato particolarmente duro, come del resto in Abruzzo.

Il convegno si è concluso la domenica, con la S. Messa alle 11 in Basilica Inferiore, in un giorno di festa per l’Ordine Serafico, perché il 16 luglio 1228 fu canonizzato da Gregorio IX il Santo Poverello, a meno di due anni dalla morte. Pochi anni dopo questa data diverrà la festa della Madonna del Carmelo, convenzionale ricordo dell’apparizione di Maria Santissima a Simone Stock, con la consegna dello scapolare. Se l’ideale fondatore del Carmelo fu il profeta Elia, quello della Trasfigurazione, Francesco è stato salutato nuovo Elia, come è possibile vedere nel mosaico sulla facciata del Santuario di Rivotorto, certamente meno famoso degli affreschi delle due Basiliche, ma significativo per la storia ecclesiale e francescana.

Di un gruppetto di Araldini, solo uno, Luigi, della Lucania, sapeva abbinare il 16 luglio alla festa della Madonna del Carmine. Non siamo ancora usciti dall’inverno mariano. L’Araldinato è un ottimo cammino per conoscere Maria Santissima, l’Immacolata, Regina, Patrona e Avvocata dell’Ordine Serafico. La Madonna, immagine purissima della Chiesa, aiuti con la sua intercessione, i laici francescani di ogni età, ad essere, come i tralci alla vite, sempre più uniti al Cristo e alla sua Chiesa.

SANTINO VERNA