GRANDE FESTA!

L’ACCOGLIENZA DI S. ANTONIO A MONTESILVANO

Sabato 8 luglio, la Parrocchia di S. Antonio di Padova, in Montesilvano Marina, ha accolto le reliquie del Taumaturgo di Lisbona. Qualche fedele si aspettava l’arrivo della lingua, custodita in un prezioso reliquiario in fondo alla Basilica del Santo, ma quella non è compresa nella missione antoniana.

Alle 20,10, dopo una giornata di caldo, è arrivata la Citroen, proveniente da Marina di Città S. Angelo, con a bordo, oltre a due rappresentanti della Parrocchia, P. Luciano Marini e P. Giuseppe Franco, della provincia italiana di S. Antonio di Padova, denominazione che dal capitolo del 2013, inglobando la giurisdizione dell’Emilia-Romagna, ha sostituito la “patavina”.

Ad accogliere S. Antonio era, in primis, l’Arcivescovo di Pescara-Penne, Mons. Tommaso Valentinetti, la cui vita cristiana e la vocazione sacerdotale è segnata dalla devozione al Santo di Padova, perché una zia cieca, morta ultranovantenne, ad Ortona, trasmise alla famiglia l’affetto al Santo dei miracoli. Durante l’ultima guerra mondiale, la casa andò per buona parte distrutta, ma si salvò la statua secentesca di S. Antonio, chiusa in una scarabattola di legno e vetro.

Nell’area ex-Monti si è formata la processione, aperta dalla croce astile, animata dal coro parrocchiale, dove era presente Elio Piscione, instancabile componente del Movimento Mariano. La compagine canora ha eseguito un canto a S. Antonio, composto per l’occasione, riuscito molto bene. Il canzoniere di S. Antonio di Padova è molto scarno, rispetto a quello di S. Francesco.

In Piazza Diaz, le reliquie hanno sostato davanti al Municipio, per il saluto del primo cittadino, Francesco Maragno che ha ricordato la collaborazione tra Chiesa e Comune, soprattutto per l’accoglienza dei poveri. Mentre scendeva la sera, con le giornate che pian pianino si accorciano, è cominciata la S. Messa sul sagrato della chiesa di S. Antonio, dove sul portale campeggia la lunetta con il Santo. Pochi giorni prima era stata celebrata l’Eucarestia all’aperto per i 25 anni di sacerdozio del Parroco Don Antonio Del Casale. A settembre, come ha annunciato l’Arcivescovo, la Parrocchia Madre di Montesilvano Spiaggia vedrà l’avvicendamento dei Parroci, perché Don Antonio passerà le consegne a Don Fernando Pallini, coadiuvato da Don Nazareno Romano, cappellano della polizia.

La S. Messa dell’inizio della missione antoniana è stata presieduta dall’Arcivescovo Valentinetti e concelebrata da una quindicina di sacerdoti, diocesani e religiosi. Erano presenti tutti i parroci di Montesilvano e Don Lorenzo Di Domenico, già Vice-Parroco di S. Antonio. Tra i concelebranti due sacerdoti veneti che in qualche modo hanno incrementato la devozione al Santo dei miracoli: Don Giampietro Pittarello, Parroco di S. Giovanni Bosco e Don Rinaldo Lavezzo, della comunità dei SS. Martiri Innocenti a Montesilvano Colle. Ovviamente era presente una rappresentanza del Convento di S. Antonio a Pescara, con il Parroco P. Nicola Petrone, già Vicario-Provinciale, il Vicario del Convento, P. Carlo Giraudi e P. Roberto Di Paolo, preside dell’ISSR “G. Toniolo” di Pescara. La liturgia era quella della XIVa domenica del tempo ordinario.

L’Arcivescovo nell’omelia si è soffermato sul capitolo 11 di S. Matteo, dove è incastonata la pericope proclamata. Gesù chiama a sé gli affaticati e gli oppressi e loda il Padre perché ha tenuto nascosti i misteri del Regno del Cielo ai sapienti e agli intelligenti e li ha rivelati ai piccoli. Mons. Valentinetti ha ricordato l’importanza della sapienza e della dottrina, ma anche il pericolo dell’assolutizzazione delle stesse. Ha sottolineato che anche Giovanni Battista fu assalito dal dubbio, perché quando era in prigione, per aver richiamato l’immoralità di Erode, mandò alcuni discepoli da Gesù.

Non poteva non concludere menzionando S. Antonio, alla fine dell’omelia, come colui che ha “sconvolto la storia del cristianesimo e dell’Europa”. E possiamo aggiungere che il giovane seguace di S. Francesco ha accentuato l’aspetto apostolico del francescanesimo, inizialmente dal taglio più eremitico.

Dopo la S. Messa, i Parroci di Montesilvano hanno preso a spalla il reliquiario parlante del Santo e dal sagrato l’hanno portato in chiesa. I fedeli si sono precipitati per il bacio della reliquia, anche se a Padova prevale più l’attenzione verso la statua, esposta solamente per la Tredicina e i giorni seguenti (per questo si parla di “giugno antoniano”).

Nel transetto sinistro, dove si venera il simulacro di S. Antonio, dirimpetto a S. Giuseppe, alcuni bigliettini raccolgono in questi giorni le gioie e i dolori, le fatiche e le speranze, di tanti fedeli che hanno la grazia e la gioia di sostare davanti alle reliquie. I foglietti saranno messi all’Arca del Santo, per quanti non possono compiere il gesto del pellegrino, un atto semplicissimo, compiuto nel silenzio. Il desiderio, quando si tocca con fede la lastra tombale di S. Antonio, si avvera.

Le reliquie, ripartiranno giovedì 13 luglio, alla volta di Padova, per nuove visite. La permanenza di S. Antonio nelle chiese, come tiene a sottolineare, P. Bepi Franco, instancabile animatore della pastorale giovanile della provincia di appartenenza e, ovviamente, della missione antoniana, e anche un appassionato della montagna, non è semplicemente poggiare le reliquie, ma una serie di celebrazioni, dove vengono coinvolti tutti.

A quando le reliquie di S. Antonio in Atri?

SANTINO VERNA