UN GRANDE EVENTO

LE RELIQUIE DI SANT’ANTONIO A MONTESILVANO

Dall’8 al 13 luglio prossimi, la Parrocchia di S. Antonio di Padova in Montesilvano, ospiterà le reliquie del Santo di tutto il mondo, come lo definì Leone XIII. Antonio da Lisbona, seguace di Francesco, vissuto appena 40 anni, ha girato tutto il mondo di allora, varcando il Mediterraneo, e soprattutto dopo la morte e il riconoscimento della santità, la fama è sempre aumentata.

Sarà anche l’occasione per ringraziare il Signore dei 25 anni di presbiterato del Parroco Don Antonio Del Casale. Una celebrazione sarà presieduta dall’Arcivescovo Tommaso Valentinetti, fresco dei festeggiamenti per i 40 anni di sacerdozio (lo ordinò Mons. Leopoldo Teofili), nelle due Cattedrali, di ordinazione e di ministero episcopale, rispettivamente Ortona e Pescara, mentre le città ricordavano il proprio patrono (S. Tommaso nella festa liturgica “montiniana”, S. Cetteo in quella popolare).

La provincia omonima, ridefinita nel 2013 con l’accorpamento della giurisdizione bolognese, anch’essa dedicata a S. Antonio, offre il servizio pastorale della “peregrinatio antoniana” con alcune reliquie, come la “massa corporis”. Due gli artistici e moderni reliquiari, entrambi nell’iconografia classica del Santo dei miracoli. Uno è il busto di S. Antonio con Gesù Bambino e le reliquie visibili sul petto, come un comune reliquiario, l’altro, sempre un busto, il Santo senza Bambinello, perché reca in mano un contenitore a forma di ostensorio ambrosiano.

Instancabile animatore della “peregrinatio” è P. Luciano Marini, bresciano, tifoso del Milan, del convento dell’Arcella a Padova. Tra i tanti servizi prestati nella provincia di appartenenza, ricordiamo quello al MSA e nell’Ordine, il prezioso lavoro delle missioni. Prima di lui P. Egidio Canil, per tanti anni Parroco del Santuario di Rivotorto (Protoconveno francescano) e poi Guardiano del Collegio Missionario Teologico, sempre in Assisi e P. Olindo Baldassa, Rettore della Basilica del Santo. Tra le nuove leve a servizio delle reliquie, il sacerdote novello P. Simone Milani, ordinato a Pentecoste nella Cattedrale di Padova, assieme al confratello P. Andrea Scalvini, e ad altri sacerdoti, diocesani e religiosi. P. Simone, è veneto quanto il cognome (anche Don Lorenzo Milani, aveva radici venete, essendo il nonno paterno di Verona), ha compiuto la formazione a Brescia, Assisi e Padova.

Tante volte le reliquie di S. Antonio sono giunte in Abruzzo, terra di grande devozione antoniana, soprattutto per la presenza francescana, ma anche per i rapporti commerciali e culturali con il Veneto. A Chieti risiedeva il rappresentante dogale, e nella chiesa conventuale di S. Francesco, lungo Corso Marrucino, era presente il sodalizio dei lombardi, storicamente e geograficamente legati alla città del Santo, dove insegnarono Nicoletto Vernia e Luigi Bucciante.

Nel 1949, furono presenti a Pescara, accolti nella chiesa di S. Antonio, sede della Curia Provinciale. Fu organizzato un corteo da Giulianova alla città dannunziana, e le reliquie toccarono Silvi, con l’erigenda chiesa dell’Assunta. Tanto era la devozione al Taumaturgo di Lisbona da dedicare a lui la chiesa conventuale di Pescara, al posto del Serafico Padre S. Francesco.

Per l’VIII centenario della nascita di S. Antonio, avvenuta secondo un’accreditata tradizione, il 15 agosto 1195, le reliquie sostarono nei luoghi dell’Abruzzo francescano, in due riprese. Fu interessata, ovviamente, la Chiesa- Santuario di Pescara. La diocesi di Teramo-Atri fu accontentata con i Santuari della Madonna dello Splendore a Giulianova e della Madonna delle Grazie a Teramo, i due poli francescani delle altre obbedienze. Le reliquie furono accolte dall’allora Arcivescovo di Teramo- Atri, Mons. Antonio Nuzzi.

Non furono, purtroppo, presenti in Atri, e sarebbe stata un’occasione per rinverdire il culto al Santo dei miracoli, la cui intercessione, il 13 giugno 1944, segnò la fine dell’ultimo conflitto. Con la soppressione del convento di S. Francesco (1975), la festa di S. Antonio fu ridotta a programma religioso, e neppure gli anniversari tondi riuscirono a suscitare un cartellone più ricco. Nel 1995, la festa di S. Antonio, cadeva nel giorno proprio del Santo, di martedì, e forse già si era proiettati alla festa del Corpus Domini, allora la IIa domenica dopo Pentecoste.

Un mese dopo le reliquie arrivarono nella vicina Città S. Angelo, dove S. Antonio è titolare di una piccola Confraternita. Atri era stata in qualche modo accontentata, perché gli atriani potevano recarsi nel vicino comune. Guardando frettolosamente una foto del centro di Città S. Angelo, la confusione con la città degli Acquaviva è grande, per via della torre campanaria della Collegiata di S. Michele simile a quella della Cattedrale. Infatti si chiama torre di scuola atriana.

Nel 2013 la “peregrinatio antoniana” ha toccato di nuovo Pescara, in occasione dei 750 anni del rinvenimento della lingua del Santo, alla presenza di S. Bonaventura. L’evento ha coinciso con gli ultimi giorni della Tredicina. Il reliquiario fu portato nella stanza di P. Giorgio Di Lembo, Ministro Provinciale, minato dal linfoma che neanche un mese dopo lo avrebbe portato alla conclusione della dinamica giornata terrena. E domenica 9 luglio, mentre le reliquie del Santo sono a Montesilvano, P. Giorgio sarà ricordato nella “sua” S. Antonio, nel giorno anniversario della nascita al Cielo, con una S. Messa, animata dai terziari, nello stile che sarebbe piaciuto a lui.

In forma non ufficiale, S. Antonio è stato di nuovo nella succursale pescarese, lo scorso anno, perché diretto in Puglia. Nel convento di Pescara si celebrava il capitolo provinciale che avrebbe eletto P. Franco Rapacchiale. E in città si respirava l’aria della promozione del Pescara in serie A, la solita neve di marzo per una compagine non adatta al maggiore campionato.

Luglio si adatta bene per celebrare il Santo dei miracoli, più di giugno, con i ragazzi alle prese con gli esami e le ultime interrogazioni, la gente non ancora in ferie, i contadini impegnati nella trebbiatura. E sarà un momento ulteriore per dire tutto il nostro affetto al Santo che tutto il mondo ama.

SANTINO VERNA