Pubblicato Lunedì, 26 Giugno 2017
Scritto da Paolo Pallini

CIAO DON ROBERTO!

Canonico della Cattedrale di Atri, amico della nostra città

L'ABBRACCIO DI MONTEPAGANO AL SUO PARROCO

La voce è rotta dalla emozione. La celebrazione giunge al termine, all'ambone la nipote per porgere l'ultimo saluto allo zio. Parole intense e vere, bagnate di lacrime, che salgono dal profondo del cuore, accolte da un grande applauso.

Tutta Montepagano si stringe intorno al suo parroco. Per 37 anni don Roberto ha servito la sua comunità, fino all'ultimo, sottolinea il Vescovo, donando al suo popolo tutta la sua vita, anche nella precarietà della malattia.

Mons. Michele Seccia nella sua omelia raccoglie i sentimenti di tutti nel tracciare la figura di don Roberto, legato alla storia della sua città, ricco di umanità, con la caratterista bonomia che lo faceva gradevole e autentico nei rapporti umani.

L'onda dei ricordi mi accompagna nella  sentita liturgia che celebra l'arrivederci in Cristo di un grande e straordinario amico.

Ci teneva a sottolineare che fummo i primi preti ad essere ordinati dal Vescovo Abele Conigli, in rappresentanza diceva,  delle due diocesi di Teramo e Atri.

Il sentiero del tempo ci ha donato tante occasioni per stare insieme, da quando era parroco a Colledara fino all'arrivo nella sua amata terra per servire la parrocchia di Montepagano.

In tutte le occasioni di festa e di gioia a San Gabriele e alla Cona era presente per arricchire il popolo con la sua parola e, soprattutto, con i suoi gesti di calorosa umanità. Conosceva tutti, una memoria viva e bella gli consentiva di ricordare i nomi e le storie delle persone che incontrava e conquistava con la sua vivacità e la ricchezza di animo.

Era di casa, non solo nella mia casa, ma nel cuore di tutti. Incredulità e rimpianto alla notizia della sua scomparsa.

La celebrazione prosegue tra canti stupendi e bellezza di gesti liturgici. Si sente la partecipazione profonda del polo di Dio che gremisce la chiesa, giovani e anziani, autorità, i membri della confraternita con le colorate divise...

Ripenso alle lunghe telefonate per raccontare e commentare i fatti della vita diocesana e, soprattutto, quando chiedeva di essere accompagnato nella stesura dei libri nei quali riversava la sua passione per la storia della sua terra. Lo stile lineare e garbato rendevano i suoi scritti di facile e gradevole lettura.

Fu felicissimo quando, appena giunto a Teramo, il Vescovo Vincenzo D'Addario lo nominò canonico del Capitolo della Concattedrale di Atri. Era orgoglioso di poter entrare nella vita della antica città ducale.

Una ragazza prende la parola per aggiungere al saluto della nipote la gratitudine della comunità giovanile per la costante disponibilità di don Robeto ad essere presente nel cammino della loro vita.

"La Parrocchia educa!" commenta il Vescovo prima di impartire la benedizione finale e affidare ai segni liturgici dell'incenso e dell'acqua santa  il saluto affettuoso della Chiesa di Teramo-Atri ad un prete che ha fatto della sua vita e del suo ministero un dono per tutti.

Il sole batte forte quando la salma viene accompagnata dai confratelli sacerdoti, dai parenti e da tutto il popolo all'esterno della chiesa parrocchiale.

Il suo ultimo viaggio verso la tomba di famiglia a Cologna, uno strappo per i cuori dove resta dolce e intensa l'impronta del suo passaggio.

Non è facile pensarlo non più tra noi, con il suo sorriso, il timbro sonoro della sua voce, la costante presenza a tutti gli eventi diocesani...

Il distacco lacera la carne del cuore, ma la luce della speranza spezza il buio e consola l'amata sorella, le nipoti, i parenti e quanti l'hanno amato e gli dicono, con affetto vero: "Ciao don Roberto"!

PAOLO PALLINI