Pubblicato Lunedì, 24 Aprile 2017

PREMIO ALLA CARRIERA A
LUIGI MAZZOCCHITTI

Concerto nel Teatro Comunale di Atri dell’Accademia Abruzzese del Clarinetto e del grande clarinettista atriano. Grande pubblico e tanta emozione per il prestigioso riconoscimento. Sul podio il Maestro Concezio Leonzi.

Il 23 aprile scorso, a termine di un bellissimo concerto dell’Accademia Abruzzese del Clarinetto, la Città di Atri ha conferito il Premio alla Carriera al clarinettista atriano Luigi Mazzocchitti. L’idea e la proposta sono venute dall’Associazione Musicale “Cesare Tudino” e dall’Archivio Di Jorio di Atri. Si tratta del primo premio alla carriera conferito dalla Città di Atri. Nell’ambiente musicale Mazzocchitti, per gli amici Gino, è conosciuto come il più longevo clarinettista italiano attualmente in piena carriera. È nato ad Atri (TE) il 24 gennaio 1933. Inizia lo studio del clarinetto a dodici anni sotto la guida di Italiano Tuzi, proveniente dalla scuola clarinettistica dei Pace, di cui si ricorda soprattutto Temistocle per il celebre trattato sulla storia del clarinetto. Nel 1955 entra per concorso nella Banda Musicale dell'Aeronautica Militare come 2° Clarinetto, divenendone il 1° Piccolo in Mib nel 1966. Alla fine degli anni Sessanta inizia la sua collaborazione, in qualità di Piccolo in Mib, con le più importanti istituzioni concertistiche italiane: Accademia Nazionale di Santa Cecilia, RAI di Roma, Scarlatti di Napoli, Teatro dell'Opera di Roma. Dal 1989 al 2001 è stabilmente Clarinetto Piccolo in Mib dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, con la quale è impegnato in tournée in Spagna, Portogallo e Australia. Suona tutti i clarinetti, dal Piccolo in Lab fino al Contrabbasso, ed è un rinomato tecnico riparatore di strumenti a fiato.

Nella sua lunga carriera è stato diretto da maestri del calibro di Sawallisch, Bernstein, Matacic e Previtali. Nel 2007 è invitato da Bruno Cagli a far parte della Commissione esaminatrice per il Concorso per Primo Clarinetto in Mib nell’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia. Il Presidente della Repubblica nel 1987 gli conferisce l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica Italiana.

La serata del 23 aprile scorso è stata memorabile. La prima parte ha visto protagonista l’Accademia Abruzzese del Clarinetto, una formazione cameristica di prim’ordine, formata dai migliori clarinettisti della regione, legati idealmente ed artisticamente alla figura carismatica di Luigi Mazzocchitti. In apertura “Spirit of Freedom” di Michele Mangani, poi a seguire: l’Ouverture dal Flauto magico di Mozart, i celebri “Quadri” di Mussorgsky e una fantasia su arie verdiane. Sin dai primissimi accordi, il pubblico ha intuito che si sarebbe trattato di un concerto speciale: la fusione era perfetta, l’intesa tra i vari gruppi della famiglia dei clarinetti compatta ed equilibratissima. Ecco le prime note, poi un silenzio, una concentrazione che si riservano ai momenti speciali. Il programma va avanti. C’è grande attesa per l’ingresso sul palco dell’ospite d’onore. Finalmente ci siamo. Eccolo: Luigi Mazzocchitti, un arzillo giovanotto di ottantaquattro anni, figlio della Atri povera degli anni Trenta che dopo una vita da eccellente professionista della musica, torna nella sua città, tra i suoi amici che non ha mai dimenticato. Un programma musicale impegnativo – da lui stesso imposto – anche per un solista di vent’anni: l’Adagio di Baermann, il celebre “Assolo” da “L’Amico Fritz” di Mascagni, il difficilissimo Preludio e Terzetto dai “Lombardi alla prima crociata” di Verdi: pagine di grande difficoltà che solo pochi clarinettisti osano affrontare. Il Maestro Concezio Leonzi (tra l’altro cugino di Mazzocchitti) dà l’attacco al primo brano. L’Adagio di Baermann si libra nel Teatro Comunale di Atri con un calore, una dolcezza, una musicalità indicibili. Gino, ha eseguito tante volte questa pagina famosa, ma stasera è un’altra cosa. È la sua serata, il suo concerto, che Atri ha voluto solo per lui. L’applauso in chiusura di ogni brano è scrosciante, l’emozione trabocca: è tutta una comunità che esprime l’orgoglio, la gioia e la riconoscenza per una suo figlio, che, partito da un vicoletto del paese vi ritorna dopo quasi settant’anni dopo una carriera brillantissima, ma con la modestia e la semplicità di quel lontano giorno della partenza. Come se nulla fosse accaduto. Quasi dimenticando, davanti ai volti di quelle tante persone che affollano il teatro, tutto il suo passato da grande solista, protagonista applaudito nelle sale da concerto di tutto il mondo. In chiusura del programma, una pagina di assoluta difficoltà: il Quintetto op. 110 di Amilcare Ponchielli, eseguito insieme al flautista Marco Felicioni, all’oboista Gianni Pantalone e al clarinettista Alfonso Giancaterina, solisti di gran classe. E qui il concerto ha toccato i livelli esecutivi e di emozione più alti della serata. Le arditezze tecniche del brano si susseguivano in un tumultuoso gioco tra le parti, il continuo svolgersi delle vicende melodiche del brano toccavano il cuore del pubblico, meravigliato da tanto virtuosismo. Mazzocchitti sembrava divertisti tra quelle scale, arpeggi, trilli fantasmagorici che Ponchielli sembrava aver composto per lui. Alla fine, ancora applausi e applausi. La bravissima presentatrice Maria Serena Manco, annuncia che è giunto il momento ufficiale: il Sindaco di Atri, il Dr. Gabriele Astolfi, l’Assessore alla Cultura, Domenico Felicione, il Prof. Massimo Spezialetti presidente dell’Associazione Musicale “Cesare Tudino” e il Maestro Concezio Leonzi raggiungono il palco per la consegna ufficiale del Primio alla Carriera all’emozionatissimo Luigi Mazzocchitti. Il Sindaco legge la motivazione del Premio: “Fiero delle sue modeste origini e legato da profondo amore per la sua Città natale, Luigi Mazzocchitti mosse giovanissimo i primi passi nell’arte della Musica con i Maestri Italiano Tuzi e Francesco Perazzitti, per poi giungere alle vette più alte della sua carriera come clarinettista solista nella Banda dell’Aeronautica Militare Italiana, nell’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, nell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia di Roma e nell’Orchestra dell’Opera di Roma, collaborando con i più grandi solisti, sotto la direzione di Direttori d’orchestra di fama internazionale, tenendo concerti in tutti i continenti. Favorito dalla sorte, dalla quale ebbe in dono un’acuta intelligenza, un vorace desiderio di ricerca e grande energia, manifestò le sue multiformi esperienze di artista nei campi più disparati della musica, raggiungendo alti livelli finanche nella raffinata tecnica della costruzione e riparazione di strumenti musicali, spesso manipolandola e usandola con metodi personalissimi e non convenzionali, facendo onore a Sé, alla Sua famiglia e alla Sua Città natale. Atri, culla d’arte e di cultura, lo annovera oggi tra i cittadini benemeriti”. Tutti in piedi e applausi ed emozione alle stelle. Le uniche parole di Luigi Mazzocchitti, col suo sorriso bonario e quasi incredulo: “Ma io non credevo di meritare tanto”. E giù il tripudio del pubblico.

“È un gesto di riconoscenza – afferma il maestro Leonzi  – che la città ducale tributa ad un grande artista che ha portato il nome di Atri nel mondo. Non è un caso che a rendergli omaggio sia un gruppo di professionisti tra i più importanti della regione, che hanno risposto generosamente al mio invito di tenere il concerto per questo Premio alla Carriera all’illustre musicista abruzzese”. “Tutte le espressioni dell’arte – conclude  il Sindaco Gabriele Astolfi – e più specificamente la musica, rappresentano il patrimonio culturale più prezioso di un popolo: rinverdirne il senso con un Premio alla carriera ad un musicista locale che si è fatto onore ai più alti livelli artistici è un gesto gentile e doveroso. Per questa ragione ho accolto volentieri la proposta dell’Associazione Musicale “Cesare Tudini” di Atri di conferire al nostro benemerito cittadino il Premio alla Carriera”.

La Redazione

 Fotoracconto di Alberto Sporys