Pubblicato Giovedì, 06 Aprile 2017


Una città in frammenti

Vivere a l’Aquila a 8 anni dal sisma

Ogni anno diventa più difficile, ogni anno ci sono cose che siamo contenti di raccontare e altre che vorremmo non dover raccontare e soprattutto vivere sulla nostra pelle. Ma ogni anno è un anno in più e questo è un anno particolare.

Soprannominata la "Regina degli Appennini", nel 2009 L’Aquila aveva 72.988 residenti ma arrivava a contare una presenza giornaliera sul territorio di quasi 100.000 persone per studio, attività terziarie, lavoro e turismo.  Ad oggi l’ISTAT ha rilevato circa 70.000 residenti nella città e nelle frazioni, ma il dato fa fede alla residenza, e non tiene conto delle tante famiglie che hanno scelto di vivere altrove mantenendo la residenza a L’Aquila per svariate ragioni tra cui la paura per le nuove scosse che quest’anno hanno interessato anche la nostra città e la crescente disoccupazione e crisi sociale ed economica.

Quest’anno, Legambiente ha voluto, attraverso un approfondimento dal titolo: “Visita guidata a L’Aquila. Vi raccontiamo la città a 8 anni dal sisma”, fare il punto sullo stato della ricostruzione edilizia e sociale.

“Questo dossier non è stato pensato per noi che a L’Aquila viviamo ogni giorno - dichiara la Direttrice Legambiente Abruzzo, Francesca Aloisio - ma come racconto per chi non la vive o peggio rischia di dimenticare la nostra bella Regina degli Appennini. Abbiamo cercato di raccontare la città a 8 anni dal sisma con alcune testimonianze di vita quotidiana: quella di un commerciante, di una mamma aquilana che racconta il disagio sociale dei più piccoli, di un pensionato e delle difficoltà che ogni giorno incontra per spostarsi da una parte all’altra della New Town, e di una studentessa universitaria pendolare dentro la città. La vita di ogni giorno che va avanti dentro la speranza della grande rinascita.”

Poi l’approfondimento entra nel vivo dell’analisi dei dati riguardanti la situazione delle scuole e la cosiddetta generazione terremoto, il futuro incerto dell’università dell’Aquila (con il calo vertiginoso, di circa il 72%, delle immatricolazioni nell’A.C. 2015-2016 rispetto al 2008-2009) e il desolante Piano C.A.S.E. Qui all’Aquila e frazioni negli alloggi post sisma (C.A.S.E.e M.A.P.) si trovano ancora poco più di 10mila sfollati e negli ultimi due anni circa il numero delle persone che ha lasciato il Progetto Case e i Map è sceso del 30%. Chi rimane in queste abitazioni per lo più è residente dei centri storici della città dell’Aquila e delle frazioni in attesa di poter tornare a casa propria. L’approfondimento si conclude poi con alcune proposte per il rilancio del cratere sismico aquilano da parte di Legambiente.

Viviamo dal giorno dopo il 6 aprile 2009 con la voglia di vedere rinascere questa città. Dopo una prima fase di recupero della periferia finalmente si sta lavorando in centro storico e piano piano cominciamo a riappropriarci di alcuni strade e palazzi che, in tutta la loro rinnovata bellezza, si affiancano a quelli che ancora portano i segni di quella notte. Nel frattempo le persone sono cambiate: dopo il terremoto in tanti erano andati a vivere nelle case lungo la costa o in campagna, promettendo di tornare. Ma non tutti sono tornati. In compenso, la gente continua ad andare via, ecco perché la ricostruzione edilizia deve andare di pari passo con la ricostruzione di un tessuto sociale ed economico oggi ferito.

“L’Aquila 2017 è ancora una città 'in frammenti' - prosegue la Direttrice - con strade chiuse, edifici e abitazioni transennati e ancora pericolanti, un centro storico che in molte sue parti è rimasto zona rossa. Tornare alla normalità sembra essere una sfida difficile ma non impossibile. Noi crediamo nella rinascita di questa città e dopo il ricordo ed il racconto, questo anniversario è il momento per tornare a chiedere con forza quelle azioni concrete per il suo rilancio sociale, ambientale ed economico.”