Pubblicato Lunedì, 27 Marzo 2017
Scritto da Santino Verna

SESSANTA FIGURANTI PER RACCONTARE UN EVENTO D'AMORE

FRANCESCO ANELLO DIRIGE LA PASSIONE DI CRISTO

L’attore e regista atriano Francesco Anello è tornato a misurarsi con la Passione di Gesù, rappresentazione che lo ha impegnato nella cittadina natale, per 13 edizioni, con il Teatro Minimo, accanto al fratello Alberto. Di queste 13, la maggior parte hanno avuto il taglio itinerante-storico-monumentale, all’aperto, mentre tre edizioni sono state prettamente teatrali, all’interno della Cattedrale, di S. Francesco e di S. Giovanni, con la soluzione della “passerella”.

Anello il sabato che precede la Domenica delle Palme presenterà la Passione di Cristo a Villa Bozza, in sinergia con i comuni di Atri, Arsita, Bisenti, Castilenti, Castiglione Messer Raimondo ed Elice, ma soprattutto Montefino, dove ricade il piccolo borgo, “Villa Beotia”, come aulicamente la chiamava il suo figlio più illustre, il Prof. Giuseppino Mincione. Ma in primis l’organizzazione è della Parrocchia di S. Maria delle Grazie.

Una Passione popolare, con più di 60 figuranti, provenienti da Villa Bozza e dai paesi vicini, in 14 scene, come le stazioni della Via Crucis, la pia pratica tanto legata alla città di Atri, perché una figlia spirituale del promotore, S. Leonardo da Porto Maurizio, fu l’ultima duchessa, Isabella Acquaviva Strozzi, con la quale, nel 1757 finì la dinastia, continuando nel ramo cadetto di Conversano. Le scene si tengono in vari luoghi del paese, attraversando la salita S. Giovanni XXIII, dove la sensazione della Via Crucis vivente è molto forte. I figuranti si mescolano con i partecipanti e tutti hanno modo di meditare la Passione di Cristo, dalla condanna a morte alla deposizione nel sepolcro, in attesa della Resurrezione.

La Passione è giunta alla LXIa edizione, e per tanti anni rappresentò una perla del teatro popolare abruzzese, con il coinvolgimento di tutto il paese. Era l’alter ego della processione del Cristo deposto che si tiene in ogni angolo della regione, a partire da Chieti, dove si tiene una delle teorie del Venerdì Santo più antiche del pianeta. E lo è anche adesso. Ma con Francesco Anello ha un tocco fondamentale, perché da quasi 40 anni è nell’agone del teatro, lavorando con Virginio Gazzolo, Gigi Proietti, Lorenzo Salveti e Piero Di Jorio, soltanto per fare alcuni nomi.

In Atri la Passione di Gesù cominciò nel 1983, grazie all’Amministrazione Comunale e al Centro Servizi Culturali della Regione Abruzzo con l’instancabile sapiente coordinamento di Ettore Cicconi, fondatore del Museo Etnografico, e la regia di Danilo Volponi. Francesco fu coinvolto, ovviamente, dalla prima ora ed ebbe diversi ruoli importanti, ma non quello di Gesù, affidato nelle prime rappresentazioni a Roberto D’Ettorre, atriano originario di Chieti, poi nel 1987 ad Alberto Anello, mentre le ultime “Passioni” teatrali videro protagonista Marco Micheli.

Il riuscitissimo cartellone aveva Micheli nella parte di Gesù, con a lato i dodici apostoli, e i padri del Teatro Minimo, Alberto e Francesco Anello, ed Elio Forcella. Oltre agli attori, una location d’eccezione, il coro di Andrea Delitio nella Cattedrale. In tante case di atriani, in loco e fuori comune, è presente il manifesto dove tanti giovani sono stati protagonisti, come attori o comparse, o anche semplicemente nell’organizzazione che si concludeva con la gioia collettiva di una pizza, nelle ore piccole del Giovedì Santo. Poi, prima di andare a letto, qualcuno con il problema del solletico, andava a radersi, perché per impersonare un discepolo o un sinedrita, era diventato barbato nei giorni precedenti. E dall’insolita barba qualcuno risaliva all’indizio della partecipazione alla Passione di Gesù, perché il regista pescarese non voleva capigliature e barbe posticce, dove un movimento del corpo poteva mostrare la pelle liscia.

Francesco Anello ha impersonato il Divin Maestro nelle tre edizioni teatrali (1998,1999,2000), nella rappresentazione “L’Uomo di Nazareth”. Nel 1997 era stata avviata la soluzione della “passerella”, una tavola calcata dagli attori con gli spettatori ai lati della navata, per un maggior contatto con il pubblico, nella “Divozione de la Nativitade”, con la partecipazione straordinaria di Piero Di Jorio. Ancora una volta Francesco e Alberto Anello, con Elio Forcella. Fu un fecondo periodo per i drammi sacri e storici nella città degli Acquaviva, con un centro storico ancora popolato, le chiese quasi tutte funzionanti, ad eccezione di S. Giovanni, riaperta nel 1998 per questa nuova esperienza teatrale.

Era commovente assistere alla rappresentazione, e godersi, ancora una volta, le opere d’arte del tempio. Si era pensato anche della chiesa di S. Chiara per le clarisse, ma l’unica navata non era abbastanza sufficiente per ospitare il folto pubblico.

La Passione, nel 2001, fu portata a Pineto, con l’organizzazione dei giovani della Parrocchia di S. Agnese, con il nome “Il Martirio di Cristo” e ancora con la regia di Danilo Volponi. Sabbia, mare e lunga pineta non erano il migliore ambiente per le ultime ore della vita del Cristo sulla terra. Poi è stata la volta di Alanno, e ora, innestata su antica tradizione, di Villa Bozza.

Con la Passione entriamo nel vivo della Settimana Santa, dove il momento più struggente è la processione del Cristo deposto, in Atri, la sera del Venerdì Santo. Ettore Cicconi ha portato avanti un solerte lavoro sulle confraternite, allestendo la sezione di religiosità popolare nel Museo Etnografico. E con gli antichi abiti i figuranti torneranno all’imbrunire del Venerdì Santo, nell’attesa dell’alba di Pasqua.

SANTINO VERNA