Pubblicato Mercoledì, 17 Ottobre 2012
Scritto da Nicola Dell'Arena

DIBATTITO

COSTO DELLA POLITICA: LE REGIONI SERVONO?

Il caso della regione Lazio, anche con il problema del grande censore Vincenzo Maruccio imposto da Di Pietro al consiglio regionale, poteva portare ad una profonda riflessione sulla necessità delle regioni in Italia  ma non è accaduto. Il governo ha preparato una legge per stabilire con chiarezza e precisione i compiti tra regione e governo ad ha fatto aprire un debole dibattito e riflessione sull’argomento, ma subito spento.

Fino agli anni 60 le regioni erano solamente una espressione geografica anche se previste nella Costituzione. Per applicare e rispettarela Costituzionefurono istituite e per copiare l’organizzazione americana furono dotate anche di funzioni legislative.  Gli Stati Uniti sono nati come aggregazione di singoli stati liberi e quindi con completa autonomia anche legislativa. Negli Stati Uniti la media di ogni stato si trova sui 20 milioni di abitanti mentre in Italia esiste il Molise che, con circa 300000 abitanti e per applicare la nuova legge del governo Monti, non riesce neanche a fare una provincia. Non solo ma quando fu istituita ci volle un doppio passaggio parlamentare per cambiarela Costituzioneda “Abruzzo e Molise” in “Abruzzo, Molise” e le regioni diventarono 20 al posto di 19.

In Italia esisteva da secoli un organismo intermedio tra governo e comune: la provincia. Erano 92 quando furono istituite le regioni,la DCci promise che sarebbero state tolte ma al contrario sono aumentate, per motivi clientelari. Con le regioni  sono duplicati, se non triplicati, stipendi, sprechi, tangenti e costruzioni inutili, vedere Strisciala Notiziacon le carceri minorile vuote di Lecce ma con 28 persone pagate a non fare niente. La provincia aveva solo funzioni amministrative. Alla regione furono affidati oltre ai compiti della provincia la sanità e il trasporto e funzioni legislative. Il trasporto gestito dai  privati (ricchissimi) passò alla regione ed in breve tempo andarono tutte in deficit.

Ora se qualcuno mi chiede ma le regioni devono esistere? La mia risposta è secca e decisa NO devono essere tutte tolte. Basta ed avanza le nuove 46 province a cui attribuire solo funzioni amministrative. Basta un solo organismo tra governo centrale e comune.

 Se gli italiani dovessero decidere che le regioni debbano esistere, si passa alla seconda domanda: quante regioni fare e quali funzioni devono avere. 20 regioni sono troppe, per me vanno bene 6 regioni così suddivise: le due isole Sicilia e Sardegna, due al nord ed una ciascuna  al centro ed al sud con una popolazione media di circa 10 milioni.  Dopo l’assetto delle regioni si dovrà rivedere l’assetto delle province che oggi crea diversi problemi e frizioni a cominciare dalla situazione di Atri, che è naturale che deve stare con Pescara ma che malvolentieri resterà con Aquila-Teramo.

Le 6 regioni devono avere solo funzioni amministrative e non quelle legislative per eliminare le numerose contestazioni, interpretazioni e controversie, come finora è accaduto con il governo. Per me è incredibile che una comunità locale possa mettere in discussione le decisioni centrali, l’esempio del recente piano casa è illuminante. Inoltre alle regioni devono essere tolti alcuni compiti e passarli ai comuni o ai privati. Un esempio è dato dal trasporto regionale e locale che deve essere ridato ai privati. Un altro esempio è la cultura (o le feste) che deve essere gestita dai comuni.

 Nicola Dell’Arena