CINQUANTA ANNI FA IL CONCILIO VATICANO II: UN EVENTO CHE HA SEGNATO LA NOSTRA STORIA

 

 

Giovedì 11 ottobre 1962: era un giovedì tiepido e luminoso, il sole inondava piazza S. Pietro e faceva risplendere i paramenti degli oltre duemila vescovi che, processionalmente, dal portone di bronzo, si inoltravano, tra due ali di folla, verso la Basilica. Iniziava il più grande evento ecclesiale degli ultimi secoli. Il volto di Giovanni XXIII  lasciava trasparire l’intima gioia del Pontefice che, con felice e coraggiosa intuizione, aveva voluto raccogliere presso la tomba del Principe degli Apostoli l’episcopato mondale per tracciare nuove vie ad una Chiesa segnata dalla polvere della storia.

I ricordi mi restituiscono il clima di attesa, di speranza, di fiducia che si respirava tra le austere mura del Seminario Regionale. C’era la consapevolezza che stava accadendo qualcosa di grande di cui facevamo fatica intravedere gli sviluppi futuri.

Quella mattina furono sospese le lezioni, ci radunammo nell’Aula Magna per assistere alla diretta televisiva. Le immagini, in bianco e nero, ci davano non solo il senso della solennità dell’avvenimento, ma anche la percezione di assistere ad un fatto storico. Pochi giorni prima avevamo partecipato al saluto della città di Chieti al suo Arcivescovo, il grande Giovanni Battista Bosio, in partenza per Roma.

Iniziava il Concilio Ecumenico Vaticano II: una Chiesa che si raduna non per comminare scomuniche ma per riflettere, interrogarsi, lasciarsi permeare dalla forza dello Spirito che, sempre, fa  scaturire dal grembo dei cuori nuove e insospettate energie.

Si respirava un’aria nuova, la giovinezza di quegli anni lontani ci faceva sognare. Eravamo consapevoli che nulla sarebbe stato più come prima. E tutto lo si doveva a Papa Giovanni, un Vegliardo dal cuore straordinariamente giovane che aveva sfidato le resistenze dell’apparato curiale per aprire le finestre e far entrare una brezza primaverile nelle stanze  dove ristagnava la muffa del passato.

Il telecronista, Luca Di Schiena, commentando la solennità della cerimonia, annotava, estasiato, la bellezza di riti intoccabili ed eterni… Non avrebbe mai potuto immaginare che quello sfarzo sarebbe stato, presto, un ricordo.

Nel fine settimana tanti teologi impegnati nell’Assise vaticana, venivano a Chieti invitati da circoli culturali della città.  Un mio compagno di studi mi ricordava gli stratagemmi adottati  per andare di nascosto a salutare e avere un autografo da personaggi, ospiti del seminario, divenuti presto famosi: Ives Congar, Hans Kung, Karl Rahner…

Anche ad Atri, per iniziativa del Circolo Acli e dell’indimenticabile Giovanni Verna, furono organizzati incontri di alto valore culturale.

Si sentiva il fremito della storia, si era consapevoli di stare dentro una utopia, un sogno, che avrebbe radicalmente segnato le nostre vite.

E’ passato mezzo secolo. Oggi la Chiesa è convocata, attraverso la presenza di delegati dei vari episcopati mondali, nel Sinodo, una assemblea voluta dal Concilio per cooperare con il Papa nel disegnare percorsi di fruttuosa evangelizzazione.

Torneremo sul tema, ne vale la pena: si tratta di esplorare e ripercorrere sentieri  storici che hanno attraversato la vita di milioni di persone.

Recuperare quelle immagini di cinquanta anni fa non è sterile commemorazione, ma viaggio affascinante in un “sogno” che aspetta ancora di essere pienamente realizzato.