Pubblicato Lunedì, 30 Gennaio 2017
Scritto da Paolo Pallini

ATRI: CITTA' FERITA, MA CAPACE DI AMARE

IL "MIRACOLO" DI CECILIA, CLAUDIO E SARA

Un brivido di dolore ha attraversato tutta la comunità cittadina.

Fin da quando si diffusero le prime notizie sulla presenza di tre atriani nell'hotel  di Rigopiano un senso di angosciosa attesa ha segnato i nostri cuori.

La speranza di riaccoglierli nell'abbraccio caloroso degli affetti e della amicizia era accompagnata da tante fiduciose preghiere.

Non ci si poteva arrendere all'idea di non incrociare più il sorriso luminoso e solare di Claudio, Sara e Cecilia.

Di giorno in giorno le speranze si affievolivano, ma non spegnevano l'attesa  che potesse accadere il "miracolo" di ritrovarli vivi sotto la coltre di neve, una dura bara di ghiaccio per tanti abruzzesi.

Poi arriva la drammatica conferma: non ce l'hanno fatta... Ecco l'onda di dolore che avvolge tutti, il senso di sgomento, un silenzio spettrale che scende sulla città.

La camera ardente nel Palazzo Ducale è stata la meta di migliaia di persone.

Una sosta, una preghiera, lacrime furtivamente asciugate, l'abbraccio forte ai famigliari.

Il lutto cittadino proclamato dalla Amministrazione Comunale ha interpretato la sofferenza di tutti, la condivisione di un evento drammatico che ci ha fatto riscoprire "fratelli", uniti nel vivere gli stessi sentimenti.

Ecco il "miracolo" che Claudio, Sara e Cecilia ci hanno donato: una città, spesso lacerata da tante tensioni, unita nella sosta dolorante davanti alle loro bare, nella riflessione sulla fragilità dei nostri giorni, sul mistero della vita e della morte.

La Chiesa di S: Agostino non poteva contenere la grande folla che si è stretta attorno a tre giovani vite stroncate drammaticamente in uno gelido pomeriggio di gennaio.

Un efficiente impianto di amplificazione ha consentito a tutti di seguire il rito presieduto da Mons. Michele Seccia.

Canti struggenti, tutti i sacerdoti atriani a concelebrare, le parole toccanti del Vescovo, le parole rotte dai singhiozzi del Sindaco, il saluto dell'amica del cuore...

Non ci sono risposte razionali, saranno accertate eventuali responsabilità, ma nella celebrazione prevale l'invito a sostare sotto la Croce che dona speranza e accende l'aurora di una vita nuova, oltre i confini del tempo.

Nel cielo buio di Atri, ha sottolineato il Sindaco, ora ci sono tre stelle che segnano, con il loro chiarore, il nostro cammino.

Palloncini bianchi e rosa si inoltrano in un cielo, finalmente sereno, all'uscita delle bare dalla chiesa.

L'applauso è scosciante e ha il sapore di tante dolci carezze con le quali il popolo di Atri saluta i suoi figli.

In piazza sono schierati mezzi dei Vigili del Fuoco, gli angeli che hanno strappato alla morte tante vite e hanno restituito ai famigliari i corpi dei loro cari.

A loro va la nostra affettuosa gratitudine, anche per il servizio che in questi giorni stanno offrendo ad una città stremata e ferita.

Grazie Cecilia, Claudio e Sara per il dono delle vostre vite, dei vostri sorrisi, della vostra solare bellezza...

Grazie per averci fatto ritrovare insieme, in un abbraccio di fraternità, vera e profonda.

Vogliamo pensarvi luminosi e felici, lassù, tra i giardini profumati del cielo, nella bellezza stupenda della domenica senza tramonto.

Vi abbracciamo forte per dirvi: vi vogliamo bene e abiterete, ancora, i nostri cuori...

Paolo Pallini

FOTOCRONACA
a cura di Alberto Sporys