Pubblicato Giovedì, 01 Dicembre 2016
Scritto da Santino Verna

LA VOCAZIONE ARTISTICA DI ATRI

I VENT’ANNI DELL’ARCHIVIO E LA DIREZIONE DEL PROFESSOR CONCEZIO LEONZI

Due cifre considerevoli per il Prof. Cav. Concezio Leonzi, i 20 anni dell’archivio-museo “A. Di Jorio” e i 35 anni di direzione di cori, sacri e profani. A queste si aggiunge anche il mezzo secolo di canto, perché aveva appena sei anni, quando il Maestro Concezio era voce solista della schola cantorum “S. Francesco”, vivaio di arte ceciliana, sotto la guida di eccellenti Padri, come P. Antonio Muccino, peraltro Parroco di S. Antonio in Pescara, prematuramente scomparso e P. Luigi Iannitto, trasfiliato poi nella Custodia d’Oriente, perché da più di 40 anni vive ad Instanbul.

L’archivio-museo, fu inaugurato sabato 14 dicembre 1996, alla presenza della figlia del maestro di Atessa, la Prof.ssa Pasquina Di Jorio-Tomassini, unica erede di Antonio Di Jorio. La docente, nata in Atessa, ma venuta in Atri quando era in fasce, ebbe sempre un meraviglioso rapporto con la città di adozione del papà, e tornava spesso, soprattutto in occasione di eventi dijoriani. Con il Prof. Concezio Leonzi erano presenti le autorità e tra queste ricordiamo l’allora Sindaco Rag. Paolo Basilico e l’Assessore alla Cultura Prof. Nicola Bindi, corista della prima ora del “Di Jorio”.

L’archivio in questi 20 anni di vita ha realizzato diversi CD. Su ognuno sarebbe da scrivere una storia. Ma l’opera più grande è stata la riscoperta del maestro in Atessa in tutto quello che non è folklore. Musica per banda, musica per pianoforte, canti per bambini, melodrammi, sacre rappresentazioni, romanze etc. tutto un mondo che fa di Antonio Di Jorio, l’antesignano del Festival della Canzone italiana di Sanremo. Per il profano Di Jorio è l’autore delle più belle canzonette abruzzesi, come “Paese mè”, su testo del medesimo, dove traspare tutta la tenerezza delle radici, in un paese immaginario che fonde Atri e Atessa. Se il Monte Pallano è il Colle della Giustizia, la campana di S. Martino è il campanone della Cattedrale. Ma anche canzonette meno famose come “Lu parrozze” con i versi dell’amico santeusaniese Don Cesare De Titta, corrispettivo frentano di Don Luigi Illuminati o “Pescare”, dove le parole sono dell’umanista, di trent’anni più giovane di lui, Prof. Giuseppino Mincione, recentemente scomparso.

Il Prof. Leonzi cominciò a dirigere i cori il 31 dicembre 1981. In precedenza era maestro sostituito nel coro folkloristico di Atri, con il nome del maestro di Atessa, di cui è tuttora direttore. Il debutto avvenne nella Cattedrale, dove si celebrava la Messa nei Primi Vespri di Maria SS. Madre di Dio, con il Te Deum di ringraziamento, nella stessa posizione, nel corso della celebrazione, del Tota Pulchra. La formazione che dirigeva era tutta la vecchia guardia del coro S. Francesco, da qualche anno orfana dei frati, ma con vasto repertorio francescano e conventuale. Emotivamente il Te Deum è poco meno del Tota Pulchra, con la Basilica Concattedrale affollatissima nelle tre spaziose navate e chi non trova posto, si mette nella sacrestia capitolare, appoggiandosi agli antichi banconi.

Ufficialmente la formazione si chiamava coro “Antonio Di Jorio”, perché all’attività folkloristica, univa quella liturgica, in Cattedrale, per le principali e tradizionali feste dell’anno e nella chiesa di S. Spirito, per il mese di novembre, con la presenza soltanto dei cantori della prima ora, allora più giovani, senza la compagine femminile. Ma anche, ovviamente, in tante altre chiese.

In questi 35 anni di direzione, il Prof. Leonzi ha dato un notevole contributo per il Tu es Petrus, in occasione della visita di S. Giovanni Paolo II, il 30 giugno 1985, alle diocesi di Teramo e Atri. Per la Cattedrale di Atri era programmato l’incontro con gli infermi della regione Abruzzo, con l’assistenza dell’Unitalsi che preparò anche il momento conviviale dopo l’incontro con il Pontefice, e quindi dovevano risuonare le parole del Signore al Principe degli Apostoli. Evento che si è ripetuto, sempre con la solerte guida del Prof. Leonzi, il 17 dicembre 1995, per il decennale dell’evento (il primo e finora unico Papa venuto in Atri, felicemente regnante), una nebbiosa domenica con un po’ di freddo, sempre nella Cattedrale di Atri, verniciata dal ritocco di Concattedrale, con la presenza dell’allora Nunzio Apostolico in Italia, Mons. Francesco Colasuonno, poi Cardinale di Santa Romana Chiesa.

Nel 1987, il Prof. Concezio con il fratello Prof. Carmine, per rinverdire la tradizione canora atriana, sempre molto dinamica, fondò la schola cantorum “Aristotile Pacini”, il cui sacerdote eponimo era un semisconosciuto canonico toscano, venuto ad insegnare nel prestigioso seminario di Atri. Era molto versato nella musica e questo lo ricordava Don Luigi Illuminati.

Per la diretta su Rai 1, del 5 dicembre 1989, il Prof. Concezio Leonzi, intervistato da Monica Leofreddi, illustrò concisamente e sapientemente il coro folkloristico, nel chiostro della Cattedrale, dove il medesimo aveva presentato nell’agosto precedente il secondo LP “Cantenne, cantenne”. La corale era quasi totalmente rinnovata, con l’introduzione di nuove voci. La soprano Anna Tatasciore interpretò “Ninna, nanne pe n’angele” di Carmine Leonzi e “Famme murì”, con lo struggente testo di Don Cesare De Titta e la musica, non poteva essere altrimenti, del maestro Di Jorio.

Il folklore abruzzese in quegli anni viveva il terzo periodo d’oro, dopo quello francavillese all’ombra del cenacolo michettiano e quello ortonese-atriano, con la dinamica regia di Antonio Di Jorio. Gli anni ’70 e ’80 furono quelli dell’exploit dei cori folkloristici, ognuno corrispondente al proprio campanile. Atri (senza contare le frazioni) ne aveva due. E il coro ha cantato in tutta Europa, senza dimenticare l’Italia e tanti angoli d’Abruzzo. I palinsesti televisivi e radiofonici dedicavano più spazio di oggi alle canzonette regionali, perché anche così si promuove la cultura.

Formuliamo pertanto gli auguri uniti ai complimenti, al Prof. Concezio Leonzi per queste liete ricorrenze, e perché Atri riscopra la vocazione artistica e culturale che fa parte della sua storia e della sua identità.

SANTINO VERNA