Pubblicato Martedì, 18 Settembre 2012


Riordino delle Provincie

QUALI PROSPETTIVE PER ATRI?

Di recente il Governo ha finalmente approvato le linee guida per il riordino delle Provincie. Si tratta di alcune note esplicative che vanno a chiarire definitivamente l’iter che dovrà essere seguito, oltre a far luce sui possibili scenari futuri. In particolare, oltre a ribadire i requisiti minimi per il mantenimento (ricordo 2.500 kq e 350.000 abitanti o comunque l’essere capoluogo di Regione), ha chiarito l’impossibilità di poter procedere a fusioni tra aree soppresse o acquisizione di territori.

Ma veniamo al caso Abruzzo. Solo la Provincia di Chieti oggi ha i requisiti per essere una “Nuova Provincia”; per L’Aquila, invece, il mantenimento dipende dal fatto che è il nostro capoluogo di Regione. Teramo e Pescara quindi le sacrificate. Sic!

Nelle settimane scorse sono state numerose le ipotesi messe in capo per mantenere la Provincia di Teramo. Una su tutte, l’acquisizione di territori dal Pescarese; in alternativa, la fusione tra Teramo e Pescara (l’ipotesi migliore per Atri). Invero, nulla di ciò sarà possibile, infatti, il Governo ha specificato che né dei territori potranno spostarsi da Provincia a Provincia e né delle Provincie soppresse potranno unirsi tra loro per raggiungere i requisiti minimi utili.

Chiarito ciò, gli scenari possibili potranno essere solo due: o fare una Provincia Chieti-Pescara-Teramo e lasciare sola L’Aquila o farne due L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti.

Imbarazzante pensare che tra pochi mesi potremmo dire Atri Provincia di L’Aquila o scrivere Atri (AQ). La storia del nostro territorio e della nostra Città ci porta altrove e le dinamiche del presente, ci fanno guardare in altre direzioni.

Tra pochi giorni il CAL (Consiglio delle Autonomie Locali), invierà la proposta alla Regione, che a sua volta la invierà al Governo. Quest’ultimo, però, avrà la parola finale, potendo ribaltare qualunque proposta del territorio e della politica locale.

Certo è chiaro che Atri avrà a che pensare nell’eventualità in cui dovesse passare sotto L’Aquila. In questo caso, che fare, avviare l’iter per la “secessione”, magari con Pineto e Silvi (qualcuno aggiungerebbe tutta la Val Fino e l’area del Vomano) o diventare tutti “quatrani”?

Personalmente opto per la prima ipotesi!

Davide Calcedonio