Pubblicato Sabato, 08 Ottobre 2016
Scritto da Santino Verna

L’ATTORE E REGISTA FRANCESCO ANELLO COMPIE 50 ANNI

UN ARTISTA CHE SPAZIA IN TUTTI I SECOLI DELLA STORIA

Il 25 ottobre compie 50 anni l’attore e regista atriano Francesco Anello. E’ delle classe 1966, lo stesso anno del Congresso Eucaristico Diocesano di Atri, culminato l’8 maggio. Figlio e fratello d’arte, proviene quindi da una famiglia di artisti che non si è esercitata soltanto nel teatro.

Il papà Antonino, poeta in vernacolo, autore di commedie, cantore e maestro ebanista, con i suoi 93 anni da poco compiuti, è profondo conoscitore delle tradizioni atriane. Il fratello Alberto, attore, regista, scultore e fotografo, è stato componente del coro folkloristico cittadino dove tuttora opera e delle formazioni corali sacre, germogliate dal coro “S. Francesco”.

Nel 1979 Francesco Anello comincia a recitare con il padre e il fratello e con un drappello di giovani atriani nel Teatro Minimo, fresco di fondazione, dove nascono commedie all’insegna del divertimento e della riflessione, certamente non della risata da sit-com, facilitata da locuzioni triviali, certamente censurate dalla RAI dalla prima ora. Sono gli anni di “Vita di paese”, “Commedia”, “Papà nen pahe cchiù”, “L’età contro”, rappresentati al Comunale.

Nel 1983 s’intensifica per Francesco, a partire come attore, il fecondo lavoro nei drammi sacri e storici, d’obbligo nella trimillenaria città di Atri. In quell’anno l’Amministrazione Comunale organizza per dieci edizioni di seguito “La Passione di Gesù”, la sera del Mercoledì Santo. Con la regia di Danilo Volponi e l’instancabile coordinamento di Ettore Cicconi, la rappresentazione diventa subito uno degli appuntamenti più importanti del calendario cittadino. Francesco nel ruolo di Erode, Alberto in quello di Gesù e poi di Giuda, Elio Forcella ha le vesti di Ponzio Pilato, il procuratore romano, dal vestimento di magistrato in luogo di quello da soldato di Rod Steiger nel Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli. Dal taglio monumentale-itinerante che avvicinava la rappresentazione atriana a quella di Sordevolo, trasposizione in carne e ossa dei Sacri Monti, baluardo contro le confessioni riformate, si passò, per tre edizioni, a quello prettamente teatrale con “L’Uomo di Nazareth”, nelle chiese magistrali di Atri, dove Francesco ha avuto la parte di Gesù. E’ stato il ruolo più importante tra i mille che ha rivestito in quasi 40 anni di meravigliosa carriera teatrale.

Nel 1989 ricordiamo due momenti importanti di Francesco Anello: la partecipazione al melodramma “La Vergine di Cesarea”, con la collaborazione del Teatro Minimo e la diretta su RAI 1. Era il 20 agosto, quando Danilo Volponi fu regista dell’opera di Antonio Di Jorio a 25 anni dalla prima rappresentazione in Piazza Duomo. Alcuni esperti dicono che il vero successo fu quello del 1964, facilitato dall’illuminazione quasi cinematografica della location, forse inficiata dagli infelici interventi urbanistici degli anni del miracolo economico, ma con la Cattedrale di cui si annunciava la prossima riapertura, coincidente con l’elevazione a Basilica Minore, per volere del Beato Paolo VI.

Il 5 dicembre dello stesso anno, Francesco fu intervistato da Monica Leofreddi, alle prime armi come conduttrice della TV di Stato, per la diretta di “Uno Mattina”. La breve presentazione dell’edificio teatrale fu affidata all’indimenticabile Prof. Pino Zanni Ulisse.

Nel 1990, per iniziativa di Francesco e Alberto Anello, e del Teatro Minimo, anima della cultura atriana, si mossero i primi passi per il corteo in costume. Vi era stato un pallido tentativo negli anni ’60, ma poi per mettere il colore al giorno clou dell’estate si scelsero i carri trainati dai buoi, e l’acme fu toccato tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80. Basta scorrere le guide e i depliant turistici di quegli anni per vedere l’importanza dei buoi nel giorno dell’Assunta, quando ancora si parlava di Porta Santa.

Con il “Canto di Helewin” rappresentato prima al Comunale, poi sul sagrato di S. Giovanni, si arrivò al dramma storico “Al tempo di Re Giovanni”, con Francesco protagonista, questa volta in Piazza duchi d’Acquaviva, fresca di nuova denominazione. La dicitura suscitò qualche polemica, ma gli atriani furono contenti di un nome che sottolineava il glorioso passato, più della convenzionale “Piazza del popolo” o della generica “Piazza Marconi”. Nel 1998, finalmente, sempre con la solerte guida di Francesco, grazie alla ricerca araldica di Piergiorgio Cipollini, il primo corteo storico, nel pomeriggio del 15 agosto. Il corteo avrebbe sostituito la sfilata dei carri, perché si registravano difficoltà nel reperire i buoi, ormai non più abituati a grandi sforzi. Furono coinvolti 320 figuranti di ogni età, e tra questi Daniele Laudadio, in abiti tardomedioevali con il boxer Eolo al guinzaglio. Fu un tripudio di colori, suoni e recitazione, mentre il rito della Porta Santa cominciava timidamente ad affacciarsi nel panorama regionale, con l’abbinamento alla Perdonanza celestiniana. Ma apertura e corteo si svolgevano con 20 ore di differenza. Fu fatto uno studio sui quarti di Atri e la città degli Acquaviva riscoprì il suo sgargiante passato.

Altro corteo l’anno successivo, con la regia di Sabatino Ciocca, e nel 2000 era in cantiere il corteo sul Beato Rodolfo, essendo anno giubilare e 450 anni della nascita del martire gesuita. Il corteo non si fece più e da allora è rimasto un dolce ricordo dell’agosto atriano. L’abbinamento definitivo alla Porta Santa, soprattutto con la riapertura della Cattedrale dopo gli ultimi restauri (2004-08), fa scorgere in controluce il lavoro di Francesco Anello e dei suoi collaboratori.

Nel 2003 Francesco veste i panni di Cesare Tudino, canonico e musico atriano e l’anno seguente porta il personaggio atriano nella Sala degli Orazi e Curazi, in Roma. Nel 2005 è la volta di “Tumà”, opera pluripremiata di Elio Forcella, dove l’autore del rione S. Giovanni entra nel mondo degli esclusi. Francesco è di nuovo protagonista, e suo alter ego è il fratello Alberto. Applaudito il ritorno sul palcoscenico di Pierino Angelozzi.

Una serie di laboratori teatrali e la scuola di teatro con gli studenti delle superiori, è stato il cavallo di battaglia di Francesco in questi ultimi anni. Ha lavorato con grandi esponenti del teatro come Virginio Gazzolo, Gigi Proietti, Lorenzo Salveti e Piero Di Jorio. Con quest’ultimo ha rappresentato “La Divozione de la Nativitate”, con la soluzione della “passerella” nella chiesa di S. Nicola in Atri.

E’ un artista che spazia in tutti i secoli della storia, Francesco Anello, nel tempo e fuori del tempo, esplorando mondi surreali. Un promotore della cultura e dell’umanizzazione, attraverso il teatro, di cui è solerte maestro.

SANTINO VERNA