Una tradizione che accompagna il popolo di Atri

 LA SUPPLICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO DI POMPEI

Dal 1883 la Supplica alla Madonna di Pompei risuona in tutto il mondo. E’ un coro di voci che eleva la prece al Signore, con lo sguardo e il cuore di Maria Santissima. Composta dal Beato Bartolo Longo, fondatore della Nuova Pompei, il testo ha subito nel corso dei decenni alcuni adattamenti. La Supplica è una petizione rivolta al sovrano per ottenere una concessione. E’ rivolta a Maria Santissima, Augusta Regina delle Vittorie, come si evince dalle prime parole della famosa preghiera.

Il Comm. Avv. Bartolo Longo, convertito dallo spiritismo alla fede, aveva una buona preparazione letteraria che si fondeva armoniosamente con i fruttuosi studi giuridici. I padri spirituali lo spinsero a buone letture per affinare la cultura che sarebbe diventato un mezzo per combattere le eresie del secolo breve e aiutare gli orfanelli nel cammino della vita.

La Supplica viene fatta due volte l’anno: l’8 maggio e la prima domenica di ottobre (può cadere dal primo al sette del mese). La prima data, ricorda l’inizio della costruzione del Santuario della Regina del Rosario, a Valle di Pompei, la seconda, in concomitanza della festa liturgica. Infatti S. Pio V, come ringraziamento alla Madonna per la vittoria di Lepanto, istituì la festa del SS. Rosario, già presente nell’ambiente domenicano, lo stesso del Pontefice di Bosco Marengo. Fissata alla prima domenica di ottobre, Papa Sarto, con la riforma del calendario romano che dava un taglio più cristocentrico all’anno, la trasferì al 7 ottobre, il giorno della vittoria dei cristiani. Ma nelle chiese domenicane rimase la tradizione della prima domenica del mese del Rosario.

Per facilitare la comunione con il Santuario di Pompei, mamma RAI sin dall’inizio della non lunghissima storia televisiva, inserì nel palinsesto la Supplica, a partire da sabato 8 maggio 1954, giorno settimanale di Maria Santissima e anno mariano, voluto da Pio XII, felicemente regnante, per celebrare il secolo del dogma dell’Immacolata Concezione. I domenicani furono in prima linea per l’importante evento. La TV di Stato trasmise soltanto la preghiera della Supplica e non la S. Messa precedente.

La Supplica continuò interrottamente sul piccolo schermo fino al 1983, con la S. Messa presieduta dal Card. Giuseppe Caprio e la regia di Don Ciro Sarnataro, da poco entrato nell’agone dei registi della celebrazione eucaristica nell’accordo tra CEI e RAI. E saltò per un periodo anche la diretta, in quegli stessi giorni, dell’offerta dell’olio per la lampada sulla Tomba di S. Francesco, in Assisi.

La RAI non tenne conto di tante ricorrenze tonde legate al Santuario di Pompei. Per il centenario dell’inaugurazione della Basilica, nel 1991, non furono trasmesse le due Suppliche, in compenso, andò in onda la S. Messa del 10 novembre, giornata nazionale del ringraziamento, con la regia di Don Attilio Monge, coordinatore delle SS. Messe e il commento di P. Ferdinando Batazzi. Il clima del Grande Giubileo del 2000, comportò un timido ripristino della tradizione mediatica e nel 1999 la Supplica tornò sulla TV di Stato. Ma ormai era l’era della TV satellitare.

L’assenza della TV di Stato a Pompei per la Supplica sembrava per alcuni la conferma del proverbio: non tutto il male viene per nuocere, perché significa rientrare nei minuti di programmazione, non perdere tempo, cavi e tubi lungo la chiesa, fare più prove con sacri ministri, cantori e lettori prima della celebrazione, come avviene per tutte le Messe trasmesse ogni settimana da una chiesa diversa.

Atri accolse subito il messaggio di Pompei, per il profondo legame con il Regno delle Due Sicilie. Nella seconda metà del XIX secolo, tutti i Vescovi di Atri e Penne, provenivano dal Mezzogiorno, e così è stato fino al 1912, non considerando meridionale Mons. Raffaele Piras, sardo, comunque rientrante in un contesto antropologico e sociologico più contiguo al Sud che al Centro e al Nord. Uno dei figli più illustri di Atri, Don Luigi Illuminati, ebbe formazione a Napoli e fu docente di lingua e letteratura latina a Messina. Il Santuario di Pompei, inoltre, ebbe per Cardinale Protettore Raffaele Monaco La Valletta, originario dell’Aquila.

La chiesa atriana più legata a Pompei è S.Giovanni, perché antica sede dell’Arciconfraternita del SS. Rosario, una delle più antiche nella regione. La festa della Madonna del Rosario prevedeva la vestizione del simulacro mariano, le celebrazioni in S. Domenico e la processione per le vie di Atri. Tutto il mese di ottobre era dedicato alla chiesa di S. Giovanni e la statua rimaneva sul piedistallo trionfale anche oltre, prima di tornare nell’angusta cappella nel lato del Vangelo, restaurata nel 1956, grazie ai minatori del Belgio che ora ci guardano dal Paradiso. Dopo il furto sacrilego, il simulacro fu incoronato nel 1973, dal Servo di Dio Stanislao Battistelli, C.P. non più Vescovo di Teramo e Atri, e ancora per poco titolare di Amiterno (la Chiesa “in partibus”, come avrebbe detto Leonardo Sciascia, di cui sarebbe stato Vescovo S. Cetteo). L’evento fu fotografato da Alberto Sporys. Una cappella della Madonna di Pompei, si trova, dal 1899, nella chiesa della Madonna delle Grazie. Festa e processione, il lunedì di Pasqua, anche se il centenario, con la pubblicazione curata da Piergiorgio Cipollini con l’interessamento di Don Paolo Pallini e del comitato conarolo, è stato celebrato il 17 ottobre 1999.

A mezzogiorno di queste due date annuali, sentiamoci tutti in comunione con il Santuario di Pompei, dove è divampato un incendio di giustizia, perdono e carità, per la pace universale.

SANTINO VERNA