Pubblicato Martedì, 12 Luglio 2016
Scritto da Santino Verna

L'AMICO DI UNA VITA

GLI 80 ANNI DI COSTANZO MARCONE

Compie 80 anni, il 21 luglio, Costanzo Marcone, funzionario emerito della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e socio d’oro dell’AIB. Quest’anno, con la consorte, Paola Toschi, ricorda il mezzo secolo d’iscrizione all’associazione dei bibliotecari italiani.

Nato in Atri, da Raffaele e Giuseppina Pallini, in Vico Mariocchi, così denominato per la presenza della famiglia ora estinta legata alla chiesa di S. Giovanni, Costanzo ha frequentato la scuola elementare e il ginnasio (inferiore e superiore) nella cittadina natale. Tra i compagni di scuola il compagno e amico del cuore Giovanni Verna, Capo- Redattore della RAI di Pescara e direttore del settimanale diocesano “L’Araldo Abruzzese”, il Prof. Nicola Cesare Occhiocupo, Magnifico Rettore dell’Università di Parma e costituzionalista e la Signora Cettina Zincani- Di Febbo, fondatrice della sezione AVO e promotrice del culto della Madonna della Salette nella chiesa delle clarisse, sempre in Atri.

Chierichetto in S. Francesco e in S. Reparata, Costanzo fu pure voce bianca nella schola cantorum della chiesa del Patriarca dell’Ordine Serafico, dove il suo servizio liturgico all’altare avveniva nella cappella dell’Immacolata, celebrante P. Francesco D’Ostilio, Ministro della Provincia dei SS. Bernardino e Angelo (Abruzzo e Molise) e giurista. Da cantore, prestò il primo solenne servizio all’ingresso in Atri del Vescovo Gilla Vincenzo Gremigni, l’8 dicembre 1949, accolto e salutato dall’allora Sindaco di Atri Comm.Avv. Prof. Santino Verna, sul sagrato della chiesa di S. Spirito.

Come tanti coetanei, Costanzo, frequentò il liceo a Pescara, perché in quegli anni ad Atri non era attivo. Pertanto fece levatacce antelucane e furono anni indimenticabili nella città dannunziana, con severi professori, e le prime supplenze del Prof. Zopito Di Tillio, avvolto nel cappotto color cammelo che copriva la sagoma smilza del prestigioso grecista.

E’ stato storico componente della GIAC di Atri, sempre con gli inseparabili amici Giovanni Verna, Pino Perfetti, Ettore Chiatamone Ranieri, Enrico Franciotti e altri che non sto qui a menzionare, per non allungare l’elenco. C’era anche Giovanni Palma, portato fuori regione dalla vita militare, legatissimo a Costanzo, perché residente e operante a Bologna. Nella GIAC visse momenti indimenticabili come la Messa sociale nella demolita chiesa di S. Pietro, la giornata del sacrificio del Venerdì Santo e i campeggi estivi, sempre in montagna, come voleva la pedagogia dell’Azione Cattolica e di altre compagini ecclesiali. Il monte è il luogo dove si percepisce maggiormente la presenza del Signore e i Santi hanno avuto esperienze fondamentali sulle cime: Francesco alla Verna, Antonio a Montepaolo nell’entroterra romagnolo e Piergiorgio Frassati, per andare ai nostri giorni, sulle vette che scorgeva dalla Pollone delle sue radici.

Dopo esperienze professionali a Potenza e a Roma, Costanzo entrò nell’agone delle biblioteche nel 1964, prima a Bologna e poi a Firenze. Arrivò nella capitale italiana dell’arte nel 1969, tre anni dopo l’alluvione, quando non ancora si spegneva il ricordo del priore di Barbiana. Con Giovanni Verna era stato abbozzato un week-end spirituale nel confino di Don Milani, armonizzato con gli arrivi dei vari componenti: il gruppetto più nutrito da Atri e i tre dell’Appennino Costanzo, Giovanni Palma e Salvatore Portaluri, amico di Giovanni e compagno di pedalate, nativo di Maglie.

Costanzo è stato collocato in pensione nel 2004 e volle festeggiare con i più cari amici tra Bologna e Pianoro. Le gite con Costanzo sono state sempre all’insegna dell’arte e della natura e per questo a me sono sempre piaciute. In quegli anni mi veniva proposto un viaggio, di circa una settimana, nei Balcani, ma la cosa che non mi andava è che una parte della permanenza era dedicata al mare. Ma per la spiaggia c’è Pineto che non scambierei con nessun’altra località balneare. E preferivo rimanere a Perugia. Ma quando c’era da andare con lo storico gruppo dell’Azione Cattolica di Atri, per me era una grande gioia, perché oltre al momento dello spirito, c’era il momento artistico.

Se ho stilato la tesi in storia dell’arte, lo devo molto a Costanzo, in quanto tutte le volte che tornava in Atri, la conversazione scivolava sempre sui musei di Firenze, sulle non poche chiese della Città del Giglio, sugli epiloghi della Chiesa di convinzione di cui è stato discreto e solare protagonista il Card. Silvano Piovanelli, l’Arcivescovo compagno di seminario e amico di Don Lorenzo Milani, entrambi ordinati in S. Maria del Fiore nel 1947.

E quando a Radio Maria ho sentito (ero al campo a Rigopiano) la notizia della nascita al Cielo dello storico porporato di Firenze, ho subito pensato a Costanzo, con il quale ho pure telegraficamente commentato quasi a caldo l’evento, grazie al cellulare. Il porporato del Mugello e il festeggiato bibliotecario di Atri donano una bella lezione: si può e si deve comunicare il Vangelo attraverso l’arte e le cose belle. E se è vero che la più bella evangelizzazione è parlare delle grandi cose del Signore nella nostra vita, una di queste grandi cose è in primis l’amicizia, colorata di infinito se imbevuta di storia dell’arte.

SANTINO VERNA