Pubblicato Giovedì, 30 Giugno 2016
Scritto da Santino Verna

UN EVENTO STORICO PER LA NOSTRA CITTA'

VENERDI 15 LUGLIO: ORDINAZIONI SACERDOTALI NELLA CATTEDRALE DI ATRI

Venerdì 15 luglio, alle 18, la Cattedrale di Atri rivivrà un singolare evento, dopo quasi 32 anni: l’ordinazione sacerdotale di tre diaconi: Don Massimo Balloni, Don Gabriele Marcheggiani e Don Stefano De Rubeis, dopo sette anni di formazione nel Pontificio Seminario Regionale “S. Pio X” di Chieti. Tutti e tre i novelli sacerdoti provengono dalla diocesi di Teramo-Atri e nella stessa sono stati incardinati. La celebrazione sarà presieduta dal Vescovo Michele Seccia.

La data è un po’ l’epilogo di quella tradizionale dei SS. Pietro e Paolo, il 29 giugno, riservata in molti luoghi alle ordinazioni presbiterali, pragmaticamente perché alla fine dell’anno pastorale, spiritualmente per il ricordo del Principe degli Apostoli e dell’Apostolo delle Genti, festeggiato però un tempo il giorno seguente, per permettere al Papa di compiere più tranquillamente i riti nella Basilica di S. Paolo fuori le mura. Ma il 15 luglio ha la protezione di Maria Santissima, perché siamo nei Primi Vespri della Madonna del Carmelo, festa tanto cara al popolo cristiano, alle genti d’Abruzzo, a quanti hanno trovato e trovano rifugio tra le braccia di Maria che con Gesù Bambino apparve a S. Simone Stock nel 1251. E da qui l’uso dello scapolare. Cento e sette giorni prima dell’apparizione, Papa Innocenzo IV istituiva la diocesi di Atri, per interessamento del Card. Pietro Capocci, per pochi mesi autonoma, anche se affidata al Vescovo vestino, quindi unita, con la clausola della perfetta uguaglianza, alla più antica Chiesa di Penne.

Il 15 luglio è inoltre una duplice festa francescana, il ricordo del SS. Sepolcro e la memoria di S. Bonaventura, Vescovo e dottore della Chiesa. Come in filigrana, possiamo scorgere nel calendario, la storia dei novelli sacerdoti, ben inserita nella topografia della salvezza, per dirla con Giorgio La Pira, caratterizzata da una Chiesa ricca di vocazioni sacerdotali e religiose, visibile un tempo soprattutto nelle lunghe teorie processionali.

Massimo, Gabriele e Stefano, hanno ricevuto il diaconato (transeunte, cioè prima del presbiterato), il 19 dicembre scorso, nella Cattedrale di Teramo, vigilia della IVa domenica di Avvento, e nel caso teramano, solennità di S. Berardo, patrono della città pretuziana e della diocesi. La scelta della Concattedrale di Atri per l’imposizione delle mani, è motivata dalla presenza di Stefano e Gabriele, provenienti dall’ex-diocesi di Atri, ora forania, comprendente le 16 parrocchie distribuite nei comuni di Atri, Pineto e Silvi.

Don Massimo, 44 anni, di Controguerra, Parrocchia di S. Benedetto Abate, ha fatto studi linguistici a Pescara. Ha la passione del teatro e nel Pontificio Seminario ha realizzato diversi lavori come regista. Tra questi, prima del diaconato, un’opera su un allievo illustre, Don Gaetano Tantalo, morto in concetto di santità.

Don Gabriele, 41 anni, della Parrocchia di S. Francesco in Pineto, ha fatto studi giuridici a Teramo, e nel cammino di fede che lo ha condotto alla risposta vocazionale, ha incrociato la Parrocchia di S. Maria Assunta a Silvi, dove ha prestato servizio come ministrante. Ha servito la Messa, insieme ad altri giovani, all’indimenticabile Arcivescovo Mons. Vincenzo D’Addario, presso l’Altare della Cattedra della Basilica di S. Pietro in Vaticano, il 30 novembre 2005, dopo l’Udienza di Papa Benedetto XVI. Una liturgia che non possiamo cancellare dai nostri cuori, perché il giorno dopo, improvvisamente e prematuramente, il terzo Vescovo di Teramo-Atri, in ordine di tempo, sarebbe entrato nella Pasqua eterna. A latere c’era il futuro Vescovo Gianfranco De Luca, originario di Atri.

Don Stefano, 36 anni, di padre aquilano e madre pescarese, della Parrocchia del Cuore Immacolato di Maria in Silvi Marina, ingegnere, ha studiato in Ancona, ha vissuto l’esperienza degli scouts presenti nella cittadina di origine, presso le parrocchie della parte Sud. Un importante ritiro prima del sacerdozio l’ha tenuto in Assisi, dove si trovava nei giorni della Tredicina di S. Antonio.

Don Massimo, Don Stefano e Don Gabriele, nei giorni seguenti celebrano la S. Messa novella, la Prima Messa, nei luoghi di origine, Massimo all’aperto in S. Omero, mentre Stefano e Gabriele, nelle rispettive parrocchie, erette quando la diocesi di Atri era ormai agli sgoccioli.

Ma hanno fatto servizio anche nella chiesa di S. Chiara, soprattutto nella festa liturgica, con la presidenza del Vescovo. Quando sono entrati in seminario, la festa al monastero di Atri, non più con la novena, ma con il triduo, ha assunto carattere interobbedienziale, con l’alternanza dei Ministri Provinciali e dei loro collaboratori delle tre famiglie francescane del Primo Ordine. Il martedì in albis scorso hanno ministrato da diaconi, nella celebrazione presieduta da P. Maurizio Di Paolo, Procuratore Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali.

L’ordinazione sacerdotale è un sacramento, e conferisce all’ordinando il potere sacrificale e assolutorio. Il presbitero celebra l’Eucarestia, assolve i fedeli nel sacramento della Riconciliazione, amministra i sacramenti, è guida del popolo santo di Dio. Il significato di “sacerdote” è stato ben spiegato da Aldo Cantarini, docente di Filologia Slava all’Università degli Studi di Perugia, grande appassionato del mondo ortodosso: “colui che dona il sacro”. E la sacralità è tutto quello che riguarda il Signore, non separatezza per isolarsi dagli altri, ma separarsi da tutto ciò che non è di Dio, per servire il Signore e i fratelli.

Ci sentiamo tutti uniti a Massimo, Gabriele e Stefano che entrano come sacerdoti nel presbiterio di Teramo-Atri. Li accompagniamo con la preghiera e l’affetto, consapevoli che non è facile essere presbiteri, non per i tempi che viviamo, ma perché ogni epoca presenta le sue problematiche e le conseguenze del peccato originale. Ieri la dominazione romana, oggi l’Union Jack uscita dall’Europa e i massacri in Turchia. E preghiamo affinchè il Signore mandi ancora operai nella sua messe e doni, come possiamo dire alla fine di ogni posta del Rosario, santi sacerdoti, ferventi religiosi e sante famiglie.

SANTINO VERNA