Pubblicato Martedì, 28 Giugno 2016
Scritto da Nicola Dell'Arena

EUROPA ITALIA: Tra catastrofi e ricatti

Il caso italiano

I ballottaggi hanno dimostrato quello che avevo previsto. Gli elettori di centro destra, al di la dei proclami dei capi hanno votato il candidato del M5S e quelli del M5S hanno votato quello del  centro destra. A Milano c’é stata una eccezione, quelli del  M5S non sono andati a votare e quei poche che sono andati si sono suddivisi tra Parisi e Sala. Peccato poteva essere 3 a 1 ed invece è finito 2 a 2 nelle 4 città più grandi, e Renzi avrebbe avuto maggiori problemi da parte del PD.

Due conclusioni si possono trarre. La prima è: con questi risultati il referendum sulla riforma della Costituzione sarà vinto dal NO. La seconda è: nell’eventuale ballottaggio delle elezioni politiche il governo ne esce sonoramente battuto. C’è  una terza considerazione da fare, che nessuno ha fatto, nonostante che tutti i poteri forti stanno con il governo lo stesso è stato battuto. Questo dimostra che i poteri forti non condizionano la volontà e la capacità critica dei cittadini.

Ed adesso veniamo ai ricatti. Il ministro Boschi in una intervista dichiara: “Se dovesse  vincere l’Appendino  i 500 milioni per la città della salute non li diamo a Torino”. Mai un fu ricatto fu così vergognoso, odioso, grezzo, inopportuno ed inefficace. Ora cerco di capire che cosa è la città della salute, visto che esiste il cattivo vezzo di cambiare continuamente i nomi.

La città della salute è un ospedale dove si cura tette le malattie. E mentre scrivo penso ad Atri, dove per risparmiare si chiudono alcuni reparti ma poi si autorizza la costruzione di un   megagalattico ospedale nuovo a Chieti. La città della salute è la stessa cosa, a Torino invece di migliorare quelli esistenti, che sono già buoni, se ne costruisce uno nuovo e mastodontico.

Non dico niente per non essere denunciato. Un governo serio e bravo dovrebbe pensare di costruirlo a Napoli visto lo stato pietoso in cui versano gli ospedali napoletani.

Torino chiama e Roma risponde. Il secondo ricatto arriva da una grande manifestazione simbolo della pace e della concordia tra i popoli: le Olimpiadi. Hanno fatto un sondaggio ed hanno detto che il 56% dei romani e il 73% degli italiani sono favorevoli alle Olimpiadi di Roma ma poi il 70% dei romani hanno votato la Raggi. Hanno detto che le Olimpiadi portavano 1,8 miliardi per costruire 100 nuovi campetti, 170000 nuovi posti di lavoro, aumento dell’1% del PIL, alloggi da costruire ed altre meraviglie. Giachetti nel suo programma scrive: “Criminale sarebbe rinunciare a queste opportunità”. Il Messaggero  per una settimana intera non fa altro che lodare ed  incensare le Olimpiadi e perfino il sabato, non si dovrebbe fare, intervista la Pellegrini naturalmente tutta a favore delle Olimpiadi romane.

Tutte queste favole si trasformano in realtà se poi le Olimpiadi vengono assegnate a Roma altrimenti é tutta carta straccia. Roma ha partecipato ben due volte e nessuno delle due volte le hanno assegnato le Olimpiadi e pare che anche questa volta la devono assegnare ad uno stato che non le ha mai avuto. Prima di ottenerle bisogna spendere tanti soldi a cominciare dal Comitato Olimpico il cui presidente è un certo Luca Cordero di Montezemolo, che ha la fortuna di trasformare tutto ciò che tocca in oro. E poi c’è un certo Caltagirone proprietario sia del Messaggero che dei terreni dove è previsto la costruzione del  villaggio olimpico e in questo caso il conflitto di interesse non esiste.

I romani vedono la città sporca, piena di buche ad ogni pioggia, autobus in ritardo, erba alta in tutti i marciapiedi e al ricatto delle favolose e meravigliose Olimpiadi non ci hanno creduto ed sono andati tutti a votare la Raggi.

Nicola Dell’Arena