AI SINDACI DI ATRI, PINETO E SILVI

TRE COMUNI UNITI INTORNO ALLA TORRE DEL CERRANO

Egregi Signori Sindaci, On. Consiglieri Comunali e Giunte, con la presente ritorno su di un argomento a me assai caro, cioè la possibilità di costituire la: ”UNIONE dei COMUNI di Atri, Pineto e di Silvi”.

Ebbi, nel lontano 1998 ad istituire in Atri, assieme alla volontà allora assai coraggiosa, una Associazione di Comuni, delle cosiddette “TERRE del CERRANO”, che ebbe ad interessarsi, con proprie risorse, alla promozione del territorio a livello turistico e culturale, dei 4 Comuni, allora: cioè Atri, Roseto, Silvi, Pineto.

La presenza di Roseto (Sindaco allora Crisci), in un primo momento non coinvolto in questa ipotesi, fu fortemente voluta, e per motivi politici e di partito, dagli allora Sindaci di Pineto e Silvi (Parisse e Di Febbo), al quale, da Sindaco di Atri e Capofila, espressi  solo delle riserve territoriali, ma non mi opposi più di tanto, anzi, ebbi l'accortezza di accertarne la proposta, anche se sbilenca per “l'Oggetto  promozionale del messaggio che volevamo dare dei tre Comuni UNITI intorno alla Torre del Cerrano”.

Ma si decise così, e poi così si firmò il relativo verbale e protocollo associativo e del relativo “Manifesto e logo”, alla presenza del Presidente e dell'Assessore allora alla Cultura e Turismo della Provincia di Teramo, dr M. Maranella, al Teatro Comunale di Atri, alla presenza del Presidente della Provincia Claudio Ruffini, rappresentanti della Regione Abruzzo etc. oltre che associazioni turistiche regionali molto incuriositi al progetto che stava nascendo da una loro periferia di interesse.

Dico anche, che l'allora Regione Abruzzo, guidata dal centro sinistra, non dette dovuta forza a questa idea, e non ne capii mai il perchè, o forse si ?????. 

Se non fosse stato per l'allora Assessore La Barba alla Cultura, Atri e le “Terre del Cerrano” non avrebbero avuto degna considerazione. Così andarono le cose. Poi, nel 2001 con la mia esclusione al secondo mandato di Sindaco, il progetto così tanto voluto dal sottoscritto e dagli allora Sindaci  di riferimento, ebbe, piano, piano, a spegnersi nell'arco di due anni dell'Amministrazione Basilico bis, nella cui Giunta, erano subentrati in termini forti e condizionanti, Assessori dell'allora DS, con sempre conseguenze  nefaste  per la città di Atri.

A nulla valsero, allora,  le mie personali  sollecitazioni e considerazioni per non far spegnere questa ipotesi di crescita dell'associazionismo tra Comuni, andarono diritti così fino alla sua completa scomparsa come progetto di questa importante  Associazioni di Comuni che fu, per la 1° volta maturata e concretizzata poi nei fatti da scelte politiche delle rispettive comunità e municipalità con iniziative culturali, di propaganda, di depliants, di gemellaggi etc. 

Riebbe, tanto per essere onesti, un acuto di interesse, nel 2006, allorquando, personalmente ebbi a rientrare nella Giunta  del Basilico tris, e cercai, assieme al Sindaco di Pineto, allora  ancora Luciano Monticelli, di far rivivere questo progetto, ma  Monticelli richiese la responsabilità del progetto, l'essere il Capofila, e personalmente non riuscii a garantirglielo, giacchè ero solo un assessore, ed  al Bilancio e non alla Cultura oppure al Turismo, ed ovviamente,  non ero più Sindaco di Atri. Cercai di affermare questa ipotesi presso la Giunta, ma fecero orecchie da mercanti tutti, cioè, come era prevedibile e conseguente al periodo 2001-2006, la questione non interessava a nessuno e così fini il progetto delle “Terre del Cerrano”, e per grande responsabilità, purtroppo  ancora del Ds, che vidde e determinò  anche le dimissioni di Basilico dopo appena un anno di mandato, di sofferto mandato. Ma questa è un'altra storia di Atri.

Scrivevo questa mia, per affermare invece, una  NECESSITA' per ATRI, e per i Comuni di cui sopra, cioè quella di  “toglierci  la puzza  sotto il naso oggi del ruolo guida nell'ambito del territorio”, giacchè il decremento di popolazione, gli attacchi che si subiscono dalla politica teramana e  soprattutto da quella  regionale,  pone Atri, ma anche il territorio, in estrema difficoltà per il permanere dei suoi peculiari servizi, stante appunto il decadere della sua  importanza territoriale, ed il già detto decremento della popolazione e potere industriale nel territorio il tutto a vantaggio naturale  delle città della costa, e cioè: Pineto, Silvi e Roseto, per non parlare di Montesilvano e di Città S. Angelo con la sua propaggine marina, che Atri rifiutò, in un errore Municipale  gravissimo egli anni 20 allorquando un Decreto voluto da alcuni signorotti locali che avevano le proprietà in quelle aree marine, stimolò e accettò la perdita del mare ad Atri, favorendo la nascita del Comune di Pineto (allora era Mutignano, come lo era solo in Silvi Paese).

Affermo anche che, pur con la nostra specificità storica culturale,  sicuramente  le comunità emergenti di Pineto e Silvi,  ci impongono un “ruolo condiviso di poteri nel territorio”, al fine di salvaguardare anche  i nostri servizi al territorio, ed in primis: “l'OSPEDALE S. LIBERATORE di Atri”.

Struttura questa che sta vivendo in questa stagione  di potere  del centro sinistra in Regione  una “PAGINA DISASTROSA” per il suo attivo ridimensionamento e mancata considerazione politica ed istituzionale da parte degli organismi della regione Abruzzo.

Allora dobbiamo decidere da che parte stare, e cioè dobbiamo essere i fautori di questa “UNIONE” al fine di essere tutti più forti e contrastare  questo  “misero disegno disgregatore  di Atri”, ma anche di  GARANTIRE un servizio al territorio riferito ai COMUNI dell'AREA VASTA, circa 18 Comuni, della vallata Fino e del  Vomano, con Roseto, Pineto, Silvi e Montesilvano e Città S. Angelo ed Elice compresi.

Questa visione era emersa  da parte della 1°Giunta Astolfi, con il Progetto di un “Piano  Strategico dell'Area Vasta”, poi,  come si è visto, non se ne è fatto più nulla. Chissa perchè? Mi si dovrebbe ancora spiegare questo.

Quel PIANO vedeva, appunto, il Presidio Ospedaliero S. Liberatore di Atri al centro dello sviluppo del territorio, di servizio al territorio, in una evidente funzione pubblica e condiviso da tutti i Comuni coinvolti nel progetto.

 

Invito invece a riprendere questa azione di concretezza nella “UNIONE di SERVIZI”, compreso quello offerto dall'Ospedale di Atri, dal suo Distretto SS, e quant'altro si possa mettere in essere per avere la giusta forza nei confronti dell'ASL teramana, se rimarranno  a Teramo queste competenze, ma con la scomparsa delle province, diversamente, è opportuno che ci incominciamo ad attrezzare e fare quello che “dovevamo fare qualche anno addietro”, che ho sempre sostenuto con forza politica e morale, e forse avremmo salvato le peculiarità espresse dal nostro Presidio Ospedaliero di Atri, cioè entrare nella“Provincia di Pescara, o oggi nella macro Provincia di Pescara Chieti, e  questo avverrà appena saranno soppresse le province.

“Ed inoltre, non dimenticare di Eleggere, con le nostre forze, NOI UNO O PIU' RAPPRESENTANTI IN REGIONE ABRUZZO, nostri Consiglieri regionali del territorio di riferimento, Atri in primis”. Ad altre realtà territoriali, far esprimere Onorevoli etc. in  un ottimo gioco di squadra, invece  che assistere concentrazioni nell'area di Roseto, Giulianova, Teramo o Val Vibrata.

Le promesse  recenti di qualche politico, che si sono serviti di queste difficoltà, per raggiungere obbiettivi diversamente non raggiungibili, lo abbiamo sotto gli occhi di tutti, ed oggi, dico al Sindaco di Atri, la stessa Atri è stata scaricata ai suoi destini nefasti senza rappresentatività e rappresentanze là dove realmente si conta, salvo che: “non si attengano  alle direttive di chi li ha nominati in quella sede”, così come è avvenuto per l'ASL di Teramo e per la Provincia di Teramo.

Ma l'Ospedale S. Liberatore, è per il territorio, ed è ben altra questione che gli obbiettivi di sublimazione personale.  Pertanto, sulla base di queste considerazioni, bisogna accelerare questa “UNIONE di Comuni”, su tutti i servizi resi alle proprie COMUNITA', in primis, ripeto, quello offerto dall'Ospedale S. Liberatore, che sia di Atri o delle Terre del Cerrano, o dell' AREA VASTA,  nulla va più a significare di  questa scelta, stante il massacro che stanno determinando nei suoi confronti.

Il Sindaco di Atri, Lei dr ASTOLFI, ha la più grande responsabilità in questa volontà, si faccia promotore concreto di questo nei confronti degli altri Sindaci interessati, con una “CONFERENZA DI SERVIZIO”, con atti alla mano, e sono certo che i medesimi, che leggono anche la presente, sapranno trarne le dovute conseguenze ed i rispettivi vantaggi politici ed urbanistici, oltre che economici in rispetto delle leggi vigenti in materia di “UNIONI di COMUNI”.   Restando in attesa di considerazioni e valutazioni, cordialmente saluto, 

Mario Marchese, Comitato Difesa Ospedale Atri