Pubblicato Giovedì, 04 Febbraio 2016
Scritto da Santino Verna

I SEGNI DI MARIA NELLA NOSTRA CITTA'

LA FESTA DELLA MADONNA DI LOURDES IN ATRI

L’11 febbraio si celebra la memoria della B.V. di Lourdes, un tempo dell’Apparizione dell’Immacolata di Lourdes. Il ricordo lourdiano è stato fissato al giorno della prima apparizione di Maria Santissima a S. Bernadetta Soubirous, presso la Grotta di Massabielle, alle falde dei Pirenei. L’ultima apparizione porta la data del 16 luglio, sempre 1858, memoria della Madonna del Carmelo. Dal 1907 la Chiesa di rito latino ricorda quest’importante avvenimento che fa parte delle grandi apparizioni mariane della storia.

Atri ha recepito sin dall’inizio il messaggio di Lourdes, essendo cittadina mariana a pieni polmoni, a partire dalla Cattedrale. Quattro i simulacri della Madonna di Lourdes nel centro storico. Partendo da Capo d’Atri, il primo è quello in Via Picena, eretto nel 1942 con l’epigrafe del Canonico Luigi Illuminati.

Nel monastero di S. Chiara, presso il giardino, fu eretta la grotta di Lourdes, nel 1955, realizzata da Giuseppe Antonelli, insigne scultore atriano. La grotta fu benedetta dall’allora Vescovo di Atri e Teramo, il Servo di Dio Amilcare Battistelli, alla presenza dell’Arcidiacono Mons. Aurelio Tracanna e di Don Luigi Illuminati, ogni giorno presente dalle clarisse per la celebrazione eucaristica.

Nella chiesa di S. Francesco, il ritorno dei Conventuali, nel 1936, portò nuova linfa mariana, con il gruppo della MI. Negli anni dopo l’ultima guerra mondiale gli iscritti erano 120, numero abbastanza elevato se confrontato con quello dei nostri giorni, anche in città più grandi di Atri. La grotta di Lourdes è stata realizzata nel ninfeo, sormontato dal sagrato, opera del Fontana di Penne (1715), quando la chiesa assunse la fisionomia attuale. Il sacello fu chiuso da un cancello, opera di Pierino Marcone (1911-84).

La statua della B.V. di Lourdes è presente, ovviamente, presso la sede sociale dell’Unitalsi, a Palazzo Ricciconti, in Via P. Baiocchi. Inaugurata il 22 dicembre 1996, IVa di Avvento, presente lo storico presidente Dott. Vittorino Teofili e l’Arcivescovo Antonio Nuzzi, sempre presente ai momenti unitalsiani, il vicino oratorio della SS. Trinità era candidato a divenire la chiesa cittadina della sottosezione. Per via di S. Rocco, venerato nell’oratorio, unitalsiano ante-litteram, perché in vita si dedicò agli appestati, durante il pellegrinaggio che compì da Montpellier a Roma.

La nascita della sezione regionale dell’Unitalsi con sede a Teramo (1939), comportò dopo l’ultima guerra mondiale la sottosezione atriana, presieduta dalla Signorina Antonietta Mattucci. Si andava a Loreto, in estate, con partenza dalla stazione di Pineto-Atri, e, recentemente, è stato trasportato in dvd il filmino sull’esperienza all’ombra della Santa Casa, a cura dell’Avv. Pasquale Spezialetti. Lourdes alcuni anni dopo divenne meta di moltissimi atriani, diversamente abili, personale volontario, semplici pellegrini. Tra questi Concettina Ferretti, passata all’altra riva nel 2007, la cui casa, nel rione Porta Macelli, era un festoso ritrovo nel giorno dell’onomastico, la solennità dell’Immacolata Concezione, dove la conversazione portava sempre ai piedi dei Pirenei, con il desiderio di tornare la prossima estate, in agosto o settembre, in quella che fu definita, anche dalla liturgia, la “Nuova Gerusalemme, discesa dal Cielo”. Concettina è stata immortalata nel labaro dell’Unitalsi di Atri, dall’artista friulana Carla Caligo. Il vessillo è presente nelle celebrazioni ufficiali, soprattutto in Cattedrale.

La festa della Madonna di Lourdes, nel giorno liturgico, fu prerogativa della chiesa delle clarisse, il cui altar maggiore è dedicato all’Immacolata. Dopo il S.Rosario, la S. Messa. Nel 1988 il trasferimento presso la Fondazione “Domenico Ricciconti”, nella periferia Sud, in sinergia con la Parrocchia di S. Gabriele e la Cappellania dell’Ospedale-Civile. Fu aggiunta la processione “aux-flambeux” in Viale Risorgimento, con il sottofondo delle preghiere del popolo e dei canti lourdiani, senza banda e luminarie ovviamente. Tra le motivazioni della scelta di S. Gabriele, la presenza dei degenti che partecipavano dalle finestre del nosocomio. A S. Chiara è rimasta la S. Messa, prima della partenza del pellegrinaggio, nella prima metà di agosto, mantenendo la tradizione di chiesa dei pellegrini, per la venerazione di S. Giacomo e S. Alessio, vestiti nell’iconografia con la foggia di quanti si recavano ai Luoghi Santi. Nel caso atriano, la collocazione calendariale nel pieno caldo estivo, non ha favorito tradizioni particolari, perché i contadini non prendevano le ferie in estate, ma se le concedevano in inverno, con la terra gelata.

In alcune edizioni si è rimasti in chiesa, dopo la celebrazione eucaristica, per il tempo poco adatto. L’aspetto calendariale, alcune volte, ha inficiato la festa della Madonna di Lourdes, perché ha coinciso con il martedì grasso (1997), oppure si è imbattuta nell’imminenza del Carnevale. La prima apparizione a Lourdes, del resto, è avvenuta il giovedì grasso, nel 1858, vale a dire il giovedì precedente la domenica di Quinquagesima, l’ultima del periodo prequaresimale.

Dopo il Grande Giubileo del 2000, la festa cittadina della Madonna di Lourdes si svolge a livello foraniale, interessando una delle 16 parrocchie dell’antica diocesi di Atri. Nel 2001, al Dott. Vittorino Teofili, Presidente della sottosezione di Atri, subentrò la Signora Anna Maria Di Musciano- Cellinese, storica volontaria dell’Unitalsi, e la compagine dei volontari fu rimpolpata da molti giovani, provenienti da Atri, Pineto e Silvi.

All’Immacolata di Lourdes è intitolata anche una Parrocchia, nell’ex-diocesi di Atri, quella di Borgo S. Maria, dove una cappellina esemplata sulla grotta di Lourdes fu il punto di partenza per l’erigenda chiesa, baluardo contro i Testimoni di Geova, presenti nell’area di case sparse, nel comune di Pineto. Felice intuizione di Don Giovanni Di Domenico, la chiesa fu inaugurata durante il suo parrocato, e affidata al Canonico Don Guido Liberatore, Parroco di S. Agnese e Vicario Foraneo.

SANTINO VERNA