Pubblicato Giovedì, 26 Luglio 2012


Flavia Mannucci espone a Roseto

UN VIAGGIO TRA SOGNI E EMOZIONI

 

La serata è umida, piovosa, una ferita autunnale nel cuore dell’estate. L’asfalto, solcato dalle macchine, rilascia ampi spruzzi mentre la pioggia continua a battere forte. Raggiungiamo l’antico palazzo nella villa di Roseto. La meta è la visita ad una  originale Mostra di pittura ospitata in una dimora  che racconta, immediatamente, un glorioso passato nobiliare.


Ci accoglie, con un largo sorriso, l’autrice, Flavia Mannucci.  E’ lei ad accompagnarci, con discrezione, nelle sale che ospitano le sue opere. E’ sceso il buio, fuori continua a piovere, dentro ci vengono incontro i colori affascinanti e caldi delle tele esposte nelle sale dalle volte solenni.

E’ un viaggio, interiore, forte, libero, in un mondo vibrante di luci, di fantasia del cuore, di passione calda e avvincente.


Le opere esposte sono nate nell’atelier dell’antica dimora atriana, là dove il 

silenzio delle prime ore del mattino consente all’animo dell’artista di esprimersi con totale e intensa libertà. Sì, la libertà: è forte la sensazione che ogni quadro è un inno alla libertà, quella che ci portiamo dentro, che a fatica, spesso, riusciamo ad esprimere.

Il poeta si affida al suono delle parole che prendono forma sulla carta, il musicista si consegna alla danza delle note, il pittore trova nella tavolozza dei colori lo strumento policromo per raccontare sensazioni, ispirazioni, emozioni che prendono forma su una tela che parla il linguaggio sublime dell’arte.

Discrete didascalie danno un titolo ad ogni opera, ma è un solo un suggerimento, perché ognuno può e deve sentirsi provocato dentro, deve ‘leggere’ ciò che lo sguardo, catturato dalla bellezza, sa vedere in quel momento.

Sorprende e attira la vivacità dei colori, la presenza costante di un rosso vivo e acceso che attraversa tutti i quadri esposti. E’ il colore del fuoco, della vita, del grembo nascosto della terra, della passione, della vivacità interiore, del calore che ci permette di sopravvivere nel gelo dei tempi. Ma questa ‘linea rossa’ che segna ogni opera non deborda mai, non straripa nel segno della distruzione, ma resta contenuta all’interno di una originale visione della vita.

Sono opere che provocano, che interrogano, che accendono lampi di memoria nel visitatore.

Flavia ci racconta di un contadino che, al termine della visita, ha commentato: “Signora…non ci ho capito nulla, ma sono belle!”. Ecco, la bellezza che parla  andando oltre, entrandoti dentro, avvolgendoti con un abbraccio caldo e intenso che sa suscitare stupore e stimolare il viaggio nell’inconscio, nella profondità dell’animo.

E’ un’arte particolare, una capacità espressiva che va oltre il moderno per attingere all’antico e restituirti la possibilità di sentirti libero nell’interpretare e anche nel sognare.

Le figure sono accennate, i tratti nascosti dietro le quinte di scenari accesi e caldi, le prospettive sconfinano nell’infinito… Ogni opera è parte viva del momento in cui l’artista, dialogando con il suo mondo interiore, l’ha creata affidandola, ora, al nostro sguardo stupito e ammaliato…

Ci congediamo. Continua a piovere, forte. Sul book dei visitatori lasciamo la nostra firma. Facciamo nostro l’augurio scritto da un bambino: “Continua a dipingere!”…. A Flavia il grazie per le emozioni che ci ha regalato e l’esortazione a donarci, ancora, nel grigiore dei tempi che viviamo, opere capaci di accendere colorare i sogni della vita che tutti noi portiamo nel cuore.

Paolo Pallini