Pubblicato Mercoledì, 16 Dicembre 2015
Scritto da Nicola Dell'Arena

LAUDATO SI, L'ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO

Tecnocrazia e antropocentrismo.

6a PARTE

Il terzo capitolo è composto da 3 sottocapitoli e da 35 paragrafi (dal 101 al 136).  In questo capitolo dal titolo “le radici umane della crisi ecologica” il Papa pone all’ attenzione del mondo come le attività umane influiscono sui sistemi ecologici e sulla loro devastazione, e pone l’accento sul “paradigma tecnocratico dominante” (paragrafo  101).

Il primo sottocapitolo dal titolo “la tecnologia:  creatività e potere” si parla della bontà dei progressi conseguiti  (paragrafi 102 e 103); nel (paragrafo 104) riporta  esempi del progresso che “offrono un potente  potere” e “niente garantisce che  l’umanità lo  utilizzerà bene”; e  nel (paragrafo 105) del fatto che “l’uomo non è stato educato  al retto uso della potenza”.

Il secondo sottocapitolo dal titolo “la globalizzazione del paradigma tecnocratico” è  tutta una critica al modello di sviluppo basato solamente sulla tecnologia  e sul potere che essa esprime. L’Enciclica parla: nel paragrafo 106, “come se il soggetto si trovasse di fronte alla realtà informe totalmente  disponibile alla sua manipolazione”; nel paragrafo 107,  della “tendenza a impostare la metodologia e gli obiettivi della tecnoscienza secondo un paradigma di comprensione che condiziona la vita delle persone e il funzionamento della società”; nel paragrafo 108, “la tecnica ha una tendenza  a far si che nulla rimanga fuori dalla sua ferrea logica”; nel paragrafo 109, “il paradigma tecnocratico tende ad esercitare il proprio dominio anche sull’economia e sulla politica”; nel paragrafo 110, “la specializzazione propria della tecnologia implica difficoltà ad avere uno sguardo d’insieme”; nel paragrafo 111, “cercare solamente un rimedio tecnico per ogni problema ambientale che si presenta, significa isolare cose che nella realtà sono connesse, e nascondere i veri e più profondi problemi  del sistema mondiale”; nel paragrafo 112 riporta una speranza “la libertà umana è capace di limitare la tecnica, di orientarla, e di metterla al servizio di un altro tipo di progresso, più sano, più umano, più sociale e più integrale”; e alla fine, nel paragrafo 114, “ciò che sta accadendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa  rivoluzione culturale”.

Il terzo sottocapitolo dal titolo “crisi e conseguenze dell’antropocentrismo moderno”. Per prima cosa bisogna dire cosa è l’antropocentrismo, esso è una concezione filosofica secondo cui tutto nell’universo è stato creato in funzione dell’uomo che ne costituisce il centro. L’Enciclica rovescia questa concezione e mette l’uomo insieme alle altre creature al centro dell’universo.

Il terzo sottocapitolo inizia, paragrafo 115, con una frase critica nei confronti della tecnica “l’antropocentrismo moderno, paradossalmente, ha finito per collocare la ragione tecnica al di sopra della realtà” e riporta un pensiero di San Giovanni Paolo II “non solo la terra è stata data da Dio all’uomo, che deve usarla rispettando l’intenzione originaria di bene, secondo la quale gli è stata donata; ma l’uomo è donato a sé stesso da Dio e deve, perciò, rispettare la struttura naturale e morale, di cui è stato donato”. 

Nei susseguenti paragrafi si parla si parla di: 1) “notevole eccesso di antropocentrismo”, (nel paragrafo 116); 2) mancanza di preoccupazione per misurare i danni alla natura e l’impatto ambientale delle decisioni”, (nel paragrafo 117); 3) “ schizofrenia permanente, che va dall’esaltazione tecnocratica che non riconosce agli esseri un valore proprio, fino alla reazione di negare ogni peculiare valore all’essere umano”, (nel paragrafo 118); 4) “non possiamo illuderci di risanare la nostra relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali”, (nel paragrafo119)”; 5) si attende ancora lo sviluppo di una nuova sintesi che superi le false dialettiche degli ultimi secoli”, (nel paragrafo121)” .

Dell’Arena Nicola