Pubblicato Domenica, 15 Luglio 2012
Scritto da Donpi



VITE SPEZZATE E SOGNI INFRANTI


 Mi lascio interrogare dalla cronaca dura, amara, che racconta di vite spezzate, distrutte dalla follia della trasgressione. L’ultima notizia è la morte, per sospetta overdose, del figlio di Silver Stallone. Aveva 36 anni, un nome importante, impegnato come attore in diversi progetti. Il suo nome si aggiunge ad una lunga lista di personaggi dello spettacolo e della industria che hanno incontrato la morte lungo il crinale della ricerca di emozioni forti capaci di dare senso alla vita.

Pochi giorni fa  la polizia nella  casa di Berlgravia, quartiere residenziale di Lndra, ha trovato il cadavere di  Eeva Rausing, 48 anni, moglie di Kristian, figlio del magnate della Tetrapak, un impero economico da 4 miliardi di dollari.

La settimana scorsa è stata diramata la notizia della  scomparsa di Alexandra,63 anni, vedova di Rudolph Sprungli, nome legato al famoso marchio della cioccolata Libndt… E la lista potrebbe continuare, impietosa, offrendoci lo scenario drammatico di esistenze frantumate dall’onda nera della follia  che si impossessa dell’uomo che annaspa nel vuoto pur abitando ville da favola e con conti bancari da capogiro.

Sono personaggi famosi, frequentano set esclusivi, sono ospitati da patinate riviste di grido, suscitano l’invidia di tanti che restano abbagliati dal luccichio della ricchezza…eppure accade che, dietro le quinte dorate, spesso va in scena la vita vera, buia e triste, che si sgretola nella affannosa domanda di felicità.

C’è il rischio del contagio, il dilagare del consumo di droghe e di alcool è una spia allarmante e crudele della crisi di valori che coinvolge soprattutto le nuove generazioni tentate di immaginare una vita più emozionante affidandosi al ricatto di sostanze stupefacenti.

Portiamo dentro la sete di gioia, di senso, di pienezza, di vita. La domanda è scritta nella nostra carne, la risposta appartiene alla nostra intelligenza stimolata da una opportuna azione educativa capace di trasmettere e di esaltare i veri, intramontabili valori.

La tentazione più sottile è quella di legare unicamente al possesso ‘delle cose’ il raggiungimento di traguardi esaltanti e appaganti.

Leggiamo che in un momento drammatico il Signore disse: “Non di solo pane vive l’uomo…”. Il pane, cioè mezzi economici, sicurezza, salute, beni….tutto questo è indispensabile per assicurare dignità e progresso, ma non è sufficiente. L’uomo ha bisogno di altro. L’uomo ha bisogno di amore, di amare e sentirsi amato. E’ stato detto che il ricco può comprare tutto, ma non una carezza, che non ha prezzo e non è vendita negli scaffali dei supermarket della  storia.

Avvertiamo, anche nella nostra città, nei nostri piccoli centri, il crescente disagio, soprattutto giovanile, e constatiamo la carenza di risposte adeguate. La società che trasmetteva valori sicuri non c’è più, sgretolata dall’onda d’urto di una modernità che genera anche impossibili rimpianti. Occorre reinventare nuove strategie educative per dare un futuro e liberare il presente dall’influenza di modelli falsi e fallimentari che, in un mondo globalizzato, rischiano di inquinare le energie più vive e più belle.

Nel nostro piccolo anche noi vogliamo dare un contributo, convinti che solo mettendoci “indialogo” si è capaci di ascolto e di parole vere, capaci di accendere la luce anche nel tunnel più buio.