Pubblicato Mercoledì, 18 Novembre 2015
Scritto da Santino Verna

NON SOLO FOLKLORE, L'8 DICEMBRE E' FESTA RELIGIOSA!

L’IMMACOLATA CONCEZIONE E IL “TOTA PULCHRA”

L’8 dicembre è grande festa ad Atri, anche se in questi ultimi anni è stata ampliata la kermesse dei “faugni”, un tempo appendice delle celebrazioni dell’Immacolata, diventate più solenni dal 1854 quando fu promulgato il dogma dal Beato Pio IX.

L’8 dicembre 1949 si celebrò il solenne ingresso del Vescovo Gilla Vincenzo Gremigni, già Amministratore di Atri e Penne e amico personale di Pio XII, allora felicemente regnante.

Conferma del dogma furono le 18 apparizioni alla grotta di Massabielle, nello sperduto villaggio pirenaico di Lourdes, divenuto il più grande Santuario mariano internazionale legato alle apparizioni. Seguono Fatima e La Salette. Atri recepì subito il dogma dell’Immacolata, per via di due compagini promotrici, i Frati Minori Conventuali e la Confraternita presso la chiesa di S. Reparata.

Con il ritorno dei figli di S. Francesco, nel 1936, la novena e la festa dell’Immacolata divennero prerogativa della chiesa del Patriarca dell’Ordine Serafico. In ogni città, sede vescovile, perché città e cattedra episcopale formano un nesso inscindibile, la chiesa magistrale dei Francescani aveva –forse è poco ecumenico dirlo- l’esclusiva dei festeggiamenti religiosi dell’Immacolata Concezione, perché il dogma fu difeso, nei secoli, dai figli del Santo Poverello. E il dogma fu promulgato, come detto, dal Beato Pio IX, terziario francescano, perché aveva fatto la professione nell’Ordine Secolare, da sacerdote diocesano, nella chiesa di S. Bonaventura al Palatino in Roma.

Il Beato Pio IX volle l’incoronazione del simulacro dell’Immacolata in Atri, nel 1867, e il ventennale fu celebrato in Cattedrale con grande solennità che comportava il rivestimento con fascioni serici dei pilastri dell’aula celebrativa. Se nella chiesa di S. Maria Maggiore in Lanciano, antica matrice della città frentana, aveva la caratteristica delle “nuvole”, evocazione di Maria Santissima, nube che sprigiona la pioggia di grazia, con il Mistero salvifico dell’Incarnazione, Atri aveva i drappi.

I Minori Conventuali furono promotori del Tota Pulchra di P. Alessandro Borroni, uno dei più grandi musicisti dell’Ordine. Lo splendido canto dell’Immacolata, fu composto nel 1894, in occasione del VI° centenario della traslazione della S. Casa da Nazareth a Loreto, con l’assistenza angelica.

Il Tota Pulchra di Atri veniva eseguito dalla corale di S. Francesco, una delle compagini più prestigiose del Centro Italia, con 42 elementi. Per nove giorni consecutivi durante la funzione vespertina, il canto mariano risuonava nella gremita chiesa.

Nel 1975 il Tota Pulchra divenne prerogativa del coro “A. Di Jorio”. Le celebrazioni dell’Immacolata si trasferirono da S. Francesco alla Cattedrale. La direzione fu affidata ai maestri Glauco Marcone, Alfonso Bizzarri e ai fratelli Carmine e Concezio Leonzi. La voce tenorile di Arturo Modestini era l’ingrediente clou del canto che risente della lirica ottocentesca.

Qualche anno dopo il celebre canto fu inciso in un LP del coro “S. Cecilia” della Parrocchia del Sacro Cuore in Pescara, la chiesa più centrale della città dannunziana, diretto dal Prof. Alfonso Bizzarri che riservò nell’antologia l’ultimo posto all’opera del Borroni, proprio per il “dulcis in fundo”. Il disco, contenente brani sacri di grande livello, fu adottato come animatore liturgico, data l’assenza del coro, da Don Umberto Franchi nella chiesetta della SS. Trinità, sempre a Pescara, sede provvisoria della parrocchia, soppressa nel 1996, quando il sacerdote romano fu trasferito a Spoltore e il non gran numero di abitanti nell’area del mercato coperto centrale, comportò la soppressione e il ritocco della topografia delle parrocchie. Il lungo vano è stato completamente trasformato e, ovviamente, tolta la campanella fissata al muro, sulla strada che collegava la piazza a Via De Amicis.

Nel 1987 la direzione tornò al m° Glauco Marcone, perché era stata ricostituita la schola cantorum, con nuove leve, provenienti anche dal nutrito coro di S. Nicola che anima la principale Messa festiva e la vecchia guardia del coro di S. Francesco. Nel corso degli anni successivi vennero a mancare le voci più significative della compagine canora: Gino Anello, Francesco Romano, Luigi Nespoli, Enrico Modestini. Nel 1993 furono riunite le tre corali di Atri, con la direzione del m° Concezio Leonzi, mentre all’organo sedeva il musicologo Prof. Marco Della Sciucca. La formazione arrivò a contare 80 elementi, di ogni età, e tra questi pure Mariano Bindi e Giuseppe Tracanna, accomunati dalla passione della fotografia.

Nel 1999, assente la corale “A. Pacini” per la tournèe in Canada, la prima trasferta transoceanica della sua storia, la compagine, per iniziativa di Don Giovanni D’Onofrio, divenne il coro cittadino della Concattedrale, con la direzione del m° Croce Giuliani, con all’organo il m° Gian Piero Catelli, titolare dell’antico organo di S. Giovanni e attuale maestro direttore. Nel 2001, all’indomani della morte di Don Giovanni, l’indimenticabile parroco del Duomo diede il nome alla corale, sempre con l’incarico di custodire la tradizione del Tota Pulchra. Risuonò durante le esequie di Don Giovanni, nella gremitissima Cattedrale, con la presidenza dell’allora Arcivescovo Mons. Antonio Nuzzi.

Nel 2004 il Tota Pulchra per quattro edizioni fu eseguito nella chiesa di S. Francesco, centro delle celebrazioni dell’Immacolata, per impraticabilità della Cattedrale. Sembrò un dolce gioco della Provvidenza, a 150 anni dalla promulgazione del dogma. Se è vero che le chiese non conventuali tacciono alla novena della Concezione, la cifra tonda non faceva parlare la maestosa Concattedrale.

In Atri capoluogo oltre alla Cattedrale, si tiene la novena dell’Immacolata dove si celebra quotidianamente, la mattina o la sera, la S.Messa. In luogo del Tota Pulchra di Borroni, si esegue quello tradizionale, il cui incipit è differente solo per i Minori Conventuali, poi tutto il resto è identifico. Ancora una volta per sottolineare l’Immacolata: “per Christum redempta, per Franciscum defensa”.

SANTINO VERNA