Pubblicato Sabato, 07 Novembre 2015
Scritto da Luciano Brandimarte

UN GRIDO DI ALLARME: ATRI STA MORENDO!

L'AMARO LINGUAGGIO DEI NUMERI:IL CENTRO STORICO E' UN DESERTO

Alcune idee per non spegnere il futuro

Il Centro Storico di Atri è sempre più deserto. Non si vedono più Atriani a passeggio, le attività commerciali chiudono, le case -specie quelle grandi e di famiglie storiche- sempre più vuote, i cartelli delle Agenzie Immobiliari “SI VENDE” sempre più numerosi e mai rimossi perchè non si concludono le compravendite.

Lo spopolamento del Centro Storico non può essere solo il risultato, come sostiene qualcuno, della espansione edilizia di Atri verso la direttrice per Silvi ma è dovuto anche, e sicuramente di più, ad un fenomeno ben più complesso che ha radici sociologiche, economiche e, perché no, politiche.

Una città che non ha un vero progetto per il futuro, che non riesce ad inventarsi delle prospettive e dei ruoli da assumere nel territorio, che non ha più un peso politico e che è solo un serbatoio di voti per personaggi non del luogo.

Il Comune di Atri ha una popolazione che è sempre più anziana. La maggior parte dei suoi abitanti è nata negli anni ’50 e ’60, con una bella fetta di nati prima del 1950. (vedi grafico 1)

I nati nel 1955 che vivono nel Centro Storico sono decisamente sopra la media del 16% e i nati dal 1920 al 1930 nel Centro Storico ora sono addirittura oltre il 25% della intera popolazione del Comune. I nati dopo il 2005 sono meno del 12% (vedi grafico 2)

Una popolazione anziana, quella del Centro Storico, ancora di più di quella dell’intero Comune senza l’ausilio di attrezzature sociali particolarmente attente a questo tipo di abitanti.

Una prospettiva potrebbe essere quella di governare questo fenomeno e favorire l’insediamento di coppie o singoli anziani e fornire assistenza, anche domiciliare, adeguata ai loro bisogni.

Se è una città di anziani facciamo in maniera tale che sia veramente un città per anziani.

Si potrebbe pensare ad un incremento delle attività dell’Istituto Santa Rita anche riprendendo la vecchia idea alla base dei lavori di recupero del Cardinale Cicada che ipotizzava un centro per anziani autosufficienti. La struttura edilizia è eccellente e la localizzazione altrettanto. Ci vuole la giusta organizzazione e la adeguata imprenditorialità.

Se poi non vogliamo fare di Atri un luogo per anziani si potrebbe anche pensare di sfruttare le notevoli potenzialità storico - architettoniche - ambientali per creare strutture destinate alla accoglienza del turismo scolastico che, fra il Cardinale Cicada e l’ex seminario, potrebbero soddisfare qualsiasi richiesta.

Ci servirebbe proprio un poco di entusiasmo e fantasticare con progettazioni del futuro ambiziose avendo coscienza che se progetti 1.000, forse realizzerai 100, ma se progetti 100 sarai fortunato se realizzerai 10. E dieci è poco.

Oppure, da buoni Atriani, è meglio lasciare stare tutto come sta e aspettare che accada qualche cosa, si spera di positivo. Ma con l’aria che tira c’è poco da crederci e ricordiamoci che a breve saremo meno di 10.000 abitanti !!!! 

Luciano Brandimarte