Una forte esperienza culturale che da 17 anni onora la nostra città

 LE SCIENZE DELLO SPORT NELLA SEDE UNIVERSITARIA DI ATRI

 

 La storia della ricerca universitaria in ambito sportivo nella sede di Atri parte dalla costituzione di un Centro Interuniversitario di Studi sullo Sport (il CISS, che vide la partecipazione dei tre atenei abruzzesi di Chieti, L’Aquila e Teramo), capace di dialogare con le istituzioni sportive, in particolare la Lega Nazionale di serie C allora diretta dall’attuale presidente della Federcalcio Giancarlo Abete, che aveva numerose squadre in Abruzzo, fra le quali spiccava il Castel di Sangro di Gabriele Gravina, e il Centro Tecnico di Coverciano diretto dall’avvocato Mario Valitutti, che si impegnano attivamente per l’avvio del I Corso di perfezionamento in Diritto ed Economia dello Sport nell’Unione Europea.

Grazie alla disponibilità della Giunta comunale di Atri allora presieduta dal sindaco Paolo Basilico, l’inaugurazione avvenne il 20 novembre 1995 nel teatro comunale, con una relazione di Enrico Follieri sullo sport come ordinamento giuridico autonomo.

Nel comunicato stampa, si affermava che l’obiettivo dell’iniziativa era “dare consistenza e forma alle ‘scienze dello sport’, prima attraverso una codificazione disciplinare dei vari saperi dello sport e poi con una loro auspicabile istituzionalizzazione in uno spazio universitario proprio”; mentre il fine ultimo era quello di “formare i nuovi dirigenti sportivi, vale a dire creare la nuova classe dirigente dello sport italiano e dare ad essa una professionalità imperniata su cultura e scienza”; veniva anche ricordato che “è stato qualificato quale unico corso permanente, Law And Economics of Sport In the European Community, sostenuto finanziariamente dall'Azione Jean Monet, l’organo che sovrintende alla promozione, alla ricerca e alla formazione universitaria della Comunità Europea”.

   Da destra: Il Prof.Luciano Russi e il Prof.Giuseppe Sorgi - (Foto A.Sporys)

C’era l’orgogliosa rivendicazione che, grazie al Corso atriano, della durata di un anno e costruito soprattutto sulla osservazione delle figure professionali legate al mondo del calcio, una università si poneva il quesito di come formare una classe dirigente sportiva, capace di gestire un settore delicato non solo della vita economica, ma anche della vita sociale, nella convinzione che lo sport non sia solo un vettore di risorse economiche, ma anche uno snodo centrale delle manifestazioni collettive di un paese.

 

LA SFIDA: CONIUGARE SPORT E CULTURA

 

Coniugare sport e cultura significava andare oltre le competenze e i limiti di un semplice corso di perfezionamento: dopo tre anni, ricchi di significative esperienze didattiche, il Corso si era così trasformato, dall’anno accademico 1998/99, in “Scuola di specializzazione in diritto ed economia dello sport nell’Unione Europeo-Master europeo per dirigenti sportivi”, della durata di due anni.

In Italia si lavorava per un riordino sulla base di tre cicli di studi: una laurea di primo livello, compressa nei tre anni e capace di conferire un primo titolo (corrispondente a quello precedentemente rilasciato), una laurea di secondo livello, destinata ad una formazione specialistica ed in grado di inserire più direttamente i giovani nel mondo delle professioni.

La Scuola di specializzazione-Master Europeo partiva con l’ambizione di prefigurare quella che sarebbe stata la futura laurea specialistica. La sua struttura stravolgeva completamente quella del precedente corso di perfezionamento, pur confermandone l’ispirazione di fondo, alla ricerca delle nuove “Scienze dello sport”.

Questa volta era direttamente l’Università di Teramo, con il Rettore Luciano Russi in veste di Direttore della Scuola, che si faceva carico della nuova significativa esperienza. La sede rimaneva ad Atri e alle forze vive che già operavano dentro l’esperienza atriana se ne aggiunsero nuove più ancorate al mondo universitario, ma anche legate al mondo delle professioni sportive. Si partiva questa volta l’8 gennaio 1999: nel comunicato stampa si ribadiva l’intento per cui “Il master è una Scuola di specializzazione di durata biennale, armonizzata, nella sua nuova denominazione e nell'architettura dei sistemi d'istruzione superiore in Europa, a quelle di Francia, Inghilterra e Germania”.

 

UN PRIMATO SENZA CONFRONTI

 

Il primato atriano era stato fatto ancora una volta salvo: si trattava di una vera e propria laurea di secondo livello, che rilasciava il titolo di specialista in diritto ed economia dello sport riconosciuto a livello europeo”.

Le idee erano ben chiare: si parlava apertamente di laurea di secondo livello, l’intento era di giocare d’anticipo per essere pronti nel momento in cui il sistema universitario avrebbe compiuto la sua riforma.

L’ambizione del progetto culturale e formativo diventava quella di creare figure professionali specialistiche idonee ad operare come dirigenti di società, di organizzazioni internazionali, di organismi ed enti pubblici ovvero esperti dei problemi istituzionali, giuridici, culturali e gestionali riguardanti il mondo dello sport.

Dopo il Corso di perfezionamento e il Master, giunse il momento, proprio grazie al decreto ministeriale n. 509 sull’autonomia didattica, di compiere l’ultimo salto per lanciare le Scienze dello sport. Nell’anno accademico 2001/2002 si partì con un nuovo progetto. Il Comitato di Coordinamento Regionale delle Università Abruzzesi (CCRUA), dentro cui il Rettore Russi era attivamente impegnato nel disegno di costruire l’offerta formativa abruzzese come un sistema integrato, con una delibera del 24 febbraio 1999, riconosceva all’Università di Teramo la facoltà di attivare un proprio specifico corso di laurea destinato a formare manager sportivi.

Nei progetti del professor Russi, il sistema universitario abruzzese avrebbe dovuto produrre un polo regionale completamente dedicato allo sport (una vera e propria Facoltà di Scienze dello Sport), che, tenendo conto delle originarie ispirazioni dei tre atenei, fosse così ripartito: a L’Aquila una sede a carattere pedagogico finalizzata all'educazione fisica, a Chieti un indirizzo medico riabilitativo, mentre Teramo, nella sua sede atriana, avrebbe rappresentato il polo giuridico-politico e manageriale.

 

IL CORSO DI LAUREA DIVENTA TRIENNALE

 

Partendo da questa idea si arrivò ad un corso di laurea triennale in Scienze giuridiche economiche e manageriali dello sport, che raccoglieva dentro di sé tutta l’esperienza precedente. Ma era anche prevista una Laurea specialistica (poi denominata Magistrale) in Management dello sport e delle imprese sportive, che si attivò a partire dall’anno accademico 2004/2005.

Ultimo tassello di una filiera di studi ormai completa, era il Dottorato di ricerca in Critica storica, giuridica ed economica dello sport, con il professor Giuseppe Sorgi coordinatore.

Il dottorato rappresenta il punto più avanzato dell’ambizioso progetto di codificazione delle scienze dello sport, specificatamente orientato verso la ricerca scientifica.

La multidiciplinarità scelta come premessa metodologica ad ogni approccio allo studio dello sport ha favorito l’enucleazione di argomenti di natura storica, istituzionale, filosofica, economica, aziendalistica, tributarista, giuridica, giuspubblicistica, giusprivatistica, giuslavoristica, sociologica, politologica, comunicativa.

Il “Manifesto” di Atri del 2006 produceva i paradigmi, frutto di un lavoro decennale, che oggi sembrano diventare una sorta di senso comune collettivo (“lo sport è cultura”, “non è un’azienda, ma un universo sociale complesso da governare”), ma che prima di allora nessuno aveva enunciato e che possono essere sintetizzati nel tema del “governo dello sport”.

Un nuovo riordino degli studi determinò ulteriori cambiamenti, dopo quelli prodotti dalla 509, con il DM 270 del 2004. Venivano imposti dei limiti maggiori all’autonomia varata nel 1999, e comunque si costrinse il sistema a riassestarsi. La Facoltà di Scienze politiche di Teramo scelse di riunire i due corsi triennali dedicati al tempo libero: Scienze del turismo culturale e Scienze giuridiche economiche e manageriali dello sport si unificano, facendo nascere Scienze del turismo e dello sport, con il primo anno in comune e due curricula separati, già nell’anno accademico 2008/2009.

 

UN CONVEGNO PER ONORARE IL ‘PADRE FONDATORE’ LUCIANO RUSSI

 

Nel convegno “Le scienze dello sport: il laboratorio atriano”, tenutosi nella suggestiva cornice del teatro comunale di Atri il 14 e 15 maggio scorsi e dedicato al padre fondatore Luciano Russi, questo lungo percorso è stato analizzato nel suo divenire scientifico, culturale e professionale.

L’incontro ha rappresentato nel contempo un dettagliato bilancio e un rilancio ulteriore degli studi sullo sport che, da oltre quindici anni, l’Università di Teramo organizza nella sua sede di Atri che, come è stato annunciato dal sindaco Gabriele Astolfi nel suo saluto istituzionale, sarà intitolata a Luciano Russi.

 Prof. Luigi Mastrangelo
Docente di Sport e politica e Letteratura e sport
nell'Università di Teramo -  Sede di Atri