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Pubblicato Martedì, 27 Maggio 2014
Scritto da Santino Verna

PERSONAGGI ATRIANI

SAVERIO MATTUCCI, ELEGANTE E RAFFINATO HA LEGATO IL SUO NOME AL NOSTRO OSPEDALE

 

L’avvocato Saverio Mattucci nacque in Atri nel 1921 da Arnaldo e Nadina Filiani. Entrambi i genitori provenivano da famiglie facoltose della città degli Acquaviva. Tra i Filiani c’era stato Don Casimiro, Canonico Teologo della Cattedrale oltre a Pasquale, proprietario e promotore della Torre del Cerrano, nel comune di Mutignano, dove il suo ramo si era trasferito assieme ad altre famiglie possidenti di Atri.

Gli zii di “Don” Saverio (fu uno degli ultimi avvocati così chiamati) erano l’avv. Nicola, archeologo e la Signorina Antonietta, legata alle Dame di Carità nella spiritualità di S. Vincenzo de Paul e Presidente per lunghi e fecondi anni della sottosezione diocesana dell’Unitalsi di Atri. “Don” Nicola, a cui è stata intestata una strada nel rione S. Antonio, compose la canzonetta del grano che risponde al nome de “La canzone de lu grane”, musicata da Antonio Di Jorio e inserita nel repertorio del coro atriano che porta il nome del maestro di Atessa. Il componimento, cavallo di battaglia di Arturo Modestini, indimenticabile tenore atriano, viene eseguito da tanti cori folkloristici abruzzesi e fece parte dell’ouverture della commedia musicale “Paese mè”, presentata la prima volta nel 1968 e la seconda, con vecchie e nuove glorie, nel 2005.

L’avvocato Mattucci prima di accedere agli studi classici per poi conseguire la laurea in giurisprudenza per l’avvocatura, compì i corsi commerciali. Seguì le lezioni dell’Abate Giuseppe Verna, versato particolarmente nelle lingue classiche, nel suo studio in casa Savini, in quella che era chiamata Piazza del popolo. L’Abate era molto rigoroso e con qualche ceffone riprendeva gli studenti distratti. La sorella Antonietta, maestra elementare, era bravissima in matematica e aiutava il fratello nelle lezioni. Nell’appartamento c’era l’immagine di S. Emidio, protettore contro il terremoto, a cui non mancava mai un lumino. Un giorno Don Peppino parlò di un castello francese dove era scritta una frase e questo rimase molto impresso a Don Saverio, ma non ci credeva fino in fondo. Tanti anni dopo si recò in un viaggio in Francia e s’imbattè proprio in quell’epigrafe ricordando così l’antico docente. Suo docente di religione fu l’Arcidiacono Raffaele Tini di cui ricordava affettuosamente la sceneggiatura di Sansone e i Filistei, in un’epoca in cui la Bibbia era tenuta alla larga per il sospetto protestante.

Da giovane l’Avvocato Mattucci si dedicò al teatro con la locale filodrammatica. Si era appena usciti dalla guerra e c’era voglia di rinnovamento con tanti studenti che sentivano nelle vene la passione per la cultura. Si cimentò nelle “Voci di dentro” di De Filippo e con lui recitava anche il Prof. Emilio Mattucci (nessuna parentela, solo stesso cognome), futuro Sindaco di Atri e le sorelle Cichetti, Anna e la Prof.ssa Wanda, recentemente scomparsa che negli anni seguenti si dedicò nella pittura, realizzando gradevoli acquerelli spesso con riferimento all’amata Atri.

Sposò la Signora Bianca Eugeni, di padre marchigiano e madre atriana e hanno avuto due figli, stimati professionisti, il Dott. Arnaldo Maria, ostetrico e ginecologo presso l’ospedale di Atri e l’Avv. Fortunato Nicola che ha continuato la tradizione di famiglia.

L’Avvocato Mattucci ha legato il suo nome e la sua opera soprattutto all’ospedale civile “S. Liberatore” di Atri, perché per lungo tempo ne è stato Presidente del Consiglio di Amministrazione. Il nuovo nosocomio era entrato in funzione, nella periferia Sud di Atri, allora con poche abitazioni, nel 1961. Diversi videro il nuovo complesso con una certa perplessità, sembrava un grande elefante in un campo dove difficilmente si scorgeva il futuro. Ma grazie all’Avv.Mattucci e alla grande famiglia dell’ospedale, Atri tornò di nuovo all’attenzione grazie al luogo di cura. C’erano il Prof. Enzo Fanini per la chirurgia, il Prof. Mario Dalla Torre per la medicina, il Prof. Tommaso De Jure per l’ortopedia, la Dott.ssa Giulia Zauli Naldi per la pediatria e la neonatologia, in tempi in cui l’età dei bambini finiva a 12 anni e il Dott. Piero De Patre, per l’ostetricia e la ginecologia e tanti furono i parti in quegli anni immortalati da innumerevoli registri di classe che accanto al nome e al cognome dell’alunno hanno la cittadina dei calanchi. Il nosocomio vantava un ottimo personale paramedico, subalterno e ausiliario che si segnalava per efficienza, pulizia e cura del prossimo che non era un semplice numero.

L’ospedale era pure rinomato per la cucina, un aspetto sicuramente secondario, ma importante perché allevia il triste momento della degenza e della malattia.

Quando l’Avv. Mattucci si congedò dall’ospedale, lentamente si cambiò musica. Ma grazie al Signore possiamo contare ancora su un ospedale dove resistono i valori che ci hanno forgiato e formato. Amava i viaggi e le belle tradizioni della Chiesa. Quando fu data la possibilità ai sacerdoti, nel 1967, di vestire il clargy-man, uso già presente fuori Italia, arricciò il naso. E ricordava con nostalgia quando sacerdoti e religiosi nel catechismo dicevano ai bambini: “Ma tu vorresti diventare missionario?”

Ebbe ruoli importanti anche nella Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo e fu sempre elegante, compito e raffinato. Morì improvvisamente il 9 gennaio 1999, dopo aver fatto in salute le feste natalizie. Le esequie furono celebrate nella Cattedrale e molte Messe di suffragio sono state celebrate nella chiesa delle clarisse, a cui era affezionato un altro suo zio, il Dott. Nicola Bindi (aveva sposato la sorella della madre), insigne medico di famiglia e Sindaco di Atri negli anni della ricostruzione, prima dell’Avv. Santino Verna. L’indimenticabile dottore barbato andava tutte le mattine a Messa a S. Chiara.

SANTINO VERNA